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Delle Alpi |
21/12/1994 |
h.14.30 |
TORINO - MILAN 0-0 Torino: Pastine, Angloma, Pessotto, Falcone, Torrisi, Maltagliati, Rizzitelli, Scienza (al 51' Sinigaglia), Osio (al 52' Lorenzini), Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Simoni, L.Pellegrini, Marcao. All.: Sonetti. Milan: Rossi, Tassotti, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Donadoni (al 65' Stroppa), Desailly, Massaro, Savicevic (al 46' Di Canio), Simone. A disposizione: Ielpo, Galli, Lentini. All.: Capello. Arbitro: Cinciripini di Ascoli Piceno. Reti: - Spettatori: 21.444 di cui 13.970 abbonati e 7.474 paganti per un incasso di 220.465.000 lire. Note: Ammoniti Scienza, Albertini e Simone. Espulso Desailly. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 dicembre 1994] L'ultima partila dell'anno poteva essere più generosa con i ventimila che non si sono l'atti fermare dal pomeriggio freddo e lavorativo pur di correre a vederla. Non è successo niente in Torino-Milan, recupero di un match che avrebbe dovuto giocarsi il 27 novembre e che i rossoneri rinviarono per volare a Tokyo e perdere la Coppa Intercontinentale: una soluzione che ha portato sfortuna a tutti, anche al Torino che ne ha tratto due svantaggi. Il primo, economico, perché a una partila pomeridiana, infrasettimanale e per di più sotto le Feste, potevano accorrere soltanto gli inguaribili e infatti l'incasso ha superato di poco i 200 milioni. Il secondo handicap è stato tecnico, perché un mese fa il Milan era nel pieno della crisi, quindi più battibile di ieri, quando, nel primo tempo, s'è riaffacciata una squadra ancora capace di lottare per lo scudetto, I due pali, colpiti al 26' da Massaro e al 33' da Simone; il gol fantasma di Massaro al 24' nella stessa porta in cui domenica Rodomonti ha convalidato il gol analogo del genoano Galante (ma dalla moviola ci è parso che su entrambi i colpi di testa del rossonero, Pastine abbia tenuto miracolosamente la palla dentro il campo); un clamoroso errore di Donadoni, smarcatissimo al 6': non mancano le ragioni perché gli ex Invincibili piuttosto spuntati recriminino sulla vittoria che li avrebbe rimessi in corsa. Cosi invece mancano i presupposti per la grande rimonta: con la fine del '94 abbiamo assistito probabilmente alla resa dei Campioni al campionato. Una resa, questa, perla quale gli uomini del Dottore non possono invocare il tradimento neppure per l'espulsione di Desailly. Cinciripini è stato forse eccessivo nel cacciare il francese per proteste, subito dopo averlo ammonito per un fallo, ma se il Milan ha giocato in dieci l'ultimo quarto d'ora, il Toro l'ha fatto per l'intero match tenendo in campo Angioma, cui abbiamo visto fare cose come neppure all'oratorio. A ogni tocco del terzino il popolo granata andava in apprensione Ma, a parte Angioma, abbiamo visto qualche altro scollamento nella difesa del Toro, un po' meno che a Cremona, tuttavia tale da imporre a Sonetti una revisione approfittando della sosta. Maltagliati ha tenuto a fatica Massaro che nell'azione del palo ha sfruttato da campione una sua incertezza, e Simone ha creato problemi a Falcone ogni volta che non ne era anticipato. Si dirà che sono i rischi che si corrono contro il Milan, però questo non è più un attacco atomico: avergli concesso tanto è un campanello d'allarme. Senza Silenzi, colto nella notte da una gastrite, Sonetti ha schierato di punta Rizzitelli con Osio appena dietro e Pelé libero di muoversi ovunque. Poi ha tolto l'ex parmigiano per dare ancora più spazio al Mago Abedì e per riportare Pessotto sulla destra a turare con assoluta dedizione le falle aperte da Angioma. Si è visto come soltanto dal piede dell'africano nascano le azioni che contano: Pelòò il tipo che si sfianca, sa piazzare la palla sopra un fazzoletto e non per questo tira indietro il piede, piuttosto che mollare va a conquistarsi pure la punizione o il fallo laterale nelle situazioni disperate. Un bel giocatore, che dovrebbe (potrebbe?) essere ancora più decisivo. Ma ci sembra solo come un povero la notte di Natale. L'appoggio dinamico di Rizzitelli anche ieri è stato modesto (bella solo una rovesciata in porta al 33' della ripresa), di più hanno fatto Cristallini e Pessotto, il cui sinistro da venti metri al 16' e un tiro al 40' da posizione più centralo, sono state le conclusioni che hanno fatto tremare Rossi: entrambe però sono finite fuori. Il Toro è riuscito poi a tenere meglio il campo nella ripresa, correndo meno rischi e creandone pochi, tanto che la partita si ò sgonfiata come forse andava bene a tutti: al Milan con la rassegnazione di non avere più la forza, né la buona stella che salvava gli Invincibili quand'erano in difficoltà; il Toro con la convinzione che un pareggio, anche se non vale come in passato, è ancora un buon modo per allontanarsi dalle acque pericolose. |
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