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Delle Alpi |
05/03/1995 |
h.15.00 |
TORINO - PARMA 0-2 (0-1) Torino: Pastine, Angloma, Lorenzini (al 58' Osio), Falcone, Torrisi, Maltagliati, Rizzitelli, Pessotto, Silenzi (al 19' Sinigaglia), Abedì Pelé, Cristallini. A disposizione: Simoni, Mercuri, Bernardini. All.: Sonetti. Parma: Bucci (al 90' Galli), Benarrivo, Di Chiara (al 46' Mussi), Minotti, Apolloni, Fernando Couto, Pin,D.Baggio, Sensini, Zola (al 78' Crippa), Asprilla. A disposizione: Susic, Branca. All.: Scala. Arbitro: Cesari di Genova. Reti: Zola 33', D.Baggio 89'. Spettatori: 21.117 di cui 13.970 abbonati e 7.147 paganti per un incasso di 229.550.000 lire. Note: Ammoniti Sensini, Minotti e Falcone. Cronaca [Tratto da La Stampa del 6 marzo 1995] Il mago Abedì (Pelé) non riesce a strofinare abbastanza la lampada e non ci scappa il miracolo. Né basta il risveglio invernale di Rizzitelli per assestare al Parma il colpo vincente. Alla confezione del risultato ci pensano al 32' Zola (ma che novità!) e Dino Baggio (44' st), i quali sperimentano certe debolezze, o stranezze fate voi, della difesa torinista. Nella prima circostanza, grazie alla forza del talento, s'inserisce con tocco profondo (per Pin che serve l'assist al sardo) Asprilla, micione che tiene sempre affilati gli artigli. Non spiaceva al popolo granata la favola di un Toro che sbrana tutte (o quasi) le grandi al Delle Alpi. Il Parma, si vede subito, vuole togliersi dal coro degli ipotetici soccombenti. Ci riesce perché intona la musica giusta e vince proprio in casa dell'ex orco cattivo e fa il bis dell'andata. Così la comitiva Sonetti scende dal treno dei sogni. Ma non si parli, per carità, di caduta dolorosa o disonorevole. Di fronte ai granata c'è il Parma, non una squadretta qualunque, un concentrato di forza fisica, di lucidità (gol sbagliato da Asprilla a parte) e di un cinismo quasi crudele. Un collettivo che ha imparato, sulla propria pelle, che non sempre ò meglio privilegiare lo spettacolo per appagare le papille gustative del pubblico. E che di conseguenza, per ottenere risultati con continuità, occorre farsi pratici e spendere meno energie possibile. Detto fatto. E a pagare questa trasformazione, che è figlia del tempo, ò il Toro. Che ha responsabilità e meriti: le primi pagate a caro prezzo, i secondi mal remunerati dalla sorte, pure lei coinvolta con interventi maligni in più di una circostanza. Il Toro del 1° tempo è strano, timido, sembra denunci un complesso d'inferiorità nei confronti di un collettivo che è ovviamente più forte. Forse c'entra il pressing dell'avversario, un laccio che strangola e talvolta toglie il fiato. Nascono ovvie difficoltà per i granata. Ma c'è dell'altro, tanto d'altro. Alla solidità metallica del Parma la squadra di Sonetti oppone, sempre nel 10 parziale, una cera che non è delle migliori, come se il collettivo fosse uscito da un'infermeria dopo aver curato malanni e acciacchi. Rendimento a parte, timidi appaiono Torrisi e Falcone, Lorenzini e Cristallini al cospetto di querce come Couto, Sensini, Apolloni, Minotti e Dino Baggio, che vanno a nozze quando c'è urto frontale o quando il clima si fa rovente. E in questa atmosfera dopo 20 minuti viene a mancare Silenzi (attenuante per Sonetti), la cui stazza di corazziere serviva a tenere sveglia la retroguardia parmigiana e a fare da specchietto per le allodole a un Rizzitelli che conferma gradevoli segnali di rinascimento. Con Sinigaglia in campo dal 19', le intenzioni s'annacquano in attacco, dove avanza Pelè, e non migliorano a centrocampo, dove il Parma detta secche geometrie in attesa di catapultare le punte. Quando (13' del st) entra Osio e Pelè arretra, i granata spingono di più, reagiscono, mostrano il cuore Toro e con Rizzitelli, Pelè e Pessotto (due volte) danno fastidi tremendi all'ottimo Bucci. Che c'entra la sorte? Prima del raddoppio parmigiano, la palla schizza nei paraggi di Bucci come quella di un flipper, e i tocchi di Angioma e Rizzitelli sono deviati, davanti e sulla linea di porta, da Couto, Sensini e Apolloni. Da queste fiammate ci poteva scappare il pareggio, che lo stesso Scala non avrebbe contestato. Ma ci sono- anche macchie nella domenica granata: troppo spazio è lasciato al terzetto Asprilla-Pin-Zola nell'azione del 1° gol. E Torrisi alterna a buone giocate ingenuità inammissibili: una può costare un gol già al 20' (palo di Asprilla), la seconda (25' del st) permette al colombiano di puntare pericolosamente su Pastine. Neppure Falcone è il solito rapace, né Cristallini sfoggia il rendimento di cui e capace. Però Pastine è magnifico su tiro di Asprilla, Angioma è in periodo di vena, come Rizzitelli. Mentre Pelè si ribadisce professionista esemplare. Il Parma? Vince 2-0 e il risultato è già sintomatico biglietto da visita. Dunque, giù il capello davanti a una squadra che butta nel cestino delle cose inutilizzabili orpelli e atteggiamenti incantati. Oggi è collettivo che non va per il sottile. Segna due gol dopo averli aspettati con la pazienza del gatto che sa dove passa il topo, colpisce un palo, impegna Pastine in un balzo felino perfino con Sensini liberato al 43' del st. L'argentino, con Bucci e Asprilla, è fra i migliori. Il resto di positivo è da cercare là dietro, nel reparto dei giganti, nella mentalità (concreta) e in quei due punteros, decisivi anche quando uno dei due (come ieri Zola) mette la sordina. |
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