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Delle Alpi |
10/09/1995 |
h.16.00 |
TORINO - BARI 3-1 (2-1) Torino: Biato (all'81' Doardo), Angloma (al 64' Falcone), Milanese, Moro, Maltagliati, Cravero, Bacci, Bernardini, Hakan, Cristallini (al 74' Sogliano), Rizzitelli. A disposizione: Fiorin, Dionigi. Allenatore: Sonetti. Bari: Fontana, Montanari (al 75' Gerson), Annoni (al 30' Ficini), Mangone, Sala, Ricci, Gautieri (al 74' Guerrero), Manighetti, Andersson, Pedone, Protti. A disposizione: Alberga, Parente. Allenatore: Materazzi. Arbitro: Tombolini di Ancona. Reti: Aut.Ricci 23' (T), Protti 43' (B), Hakan 67' (T), Rizzitelli 87' rig. (T). Spettatori: 20.738 di cui 13.369 abbonati (dato non definitivo) e 7.369 paganti per un incasso di 241.955.000 lire. Note: Ammoniti Pedone, Maltagliati, Rizzitelli e Mangone. Cronaca [Tratto da La Stampa dell' 11 settembre 1995] Hakan fa il turco anche in Italia. Ma succedono tante cose in un giorno. Troppa grazia, bisbigliano i tifosi all'uscita dello stadio. Fuori le caramelle dal sacchetto del 3-1 : innanzitutto il morale. Sonetti e la sua orchestra le succhiano fino in fondo. Tre punti dopo le batoste di Firenze e di Fiorenzuola in Coppa sono un ricostituente niente male. Ora si possono affrontare i problemi (che ci sono ancora) senza l'affanno che in situazioni del genere nuoce parecchio e non consente un lavoro sereno. E c'è Hakan, naturalmente, che procura la prima autentica gioia ai nuovi innamorati. E lo fa nel modo con cui di solito deposita su un tappeto volante i supporter del Bosforo: una salita sull'ascensore, una sospensione lunga alcuni decimi di secondo, e poi zac il colpo di testa che fa fessa una difesa intera e rende inutile l'allungarsi di Fontana sul palo alla sua destra (22' del secondo tempo). La gente esulta. Ma c'è dell'altro, la festa si carica di elettrizzanti emotività anche quando Rizzigol partecipa alla gioia del collega turco chiudendo definitivamente la gara su rigore (42'). Infine, c'è da celebrare il rientro in casa Filadelfia di Cravero, bandiera di tempi andati. Roberto si muove dapprima fra qualche perplessità (soprattutto quando viene lasciato in balia del contropiede barese), poi via via si riprende, è sempre più deciso, tira fuori la malizia, e chiude tra gli osanna della gente. Il resto, Bacci ci perdoni, diventa un contorno. L'apertura del tirassegno spetta proprio all'ex laziale, che spara diritto verso Fontana (23' pt), il proiettile trova però la gamba di Ricci, il quale serve la frittata al collega che, alle sue spalle, difende la porta. Tra questo autogol e la prodezza di Hakan si inserisce la stilettata di Protti (42'). La pelle del Toro sanguina un po', a quel punto. In effetti dopo 45' il consuntivo è magro, un paio di traversoni di Angloma da una parte e di Milanese dall'altra, un autogol, un brivido nella schiena di Biato, molta vivacità di Rizzitelli e Hakan in fase di ambientamento. Poco, troppo poco. Anche se Maltagliati "cura" bene Andersson, Bernardini è misurato e Moro ha tanto entusiasmo. Poca sostanza dicevamo, nel primo tempo. Ed ecco le attenuanti: Cristallini non è in perfette condizioni fisiche mentre Bernardini, per quanto bravo sia, non è Pelé, non può esserlo. L'assenza del ghanese finisce fatalmente per penalizzare soprattutto Hakan-Rizzitelli. Il Bari risponde al 5-3-2 del Toro con analoga disposizione. Ma i due esterni (Montanari e specialmente Annoni) hanno la luna per traverso. Angloma e Milanese vanno a nozze. Però non sempre i loro traversoni sono precisi per Hakan, che tiene spesso le spalle voltate alla porta, e per Rizzitelli, che comunque si muove con agilità e profitto per agevolare l'acclimatamento del compagno. Materazzi, che non è uno sprovveduto, dopo mezz'ora rimescola le carte, sbatte fuori gli esterni Montanari e Annoni, manda in campo Ficini e Gerson. Il particolare più interessante è che esterno sinistro diventa Manighetti e per Angloma il pomeriggio si fa alquanto buio. Il braccio di ferro è robusto, la partita vigorosa, gli equilibri sensibilissimi. Ci vogliono i particolari per decidere. E con i particolari il Toro risolve la vertenza: prima un'autorete, e, dopo il pari di Protti, con la prodezza del turco e infine con il penalty di Rizzigol. Se sono rose fioriranno, dice un proverbio. E rose saranno, i tifosi ne sono certi. Ma occorre Pelé che sostenga "quei due", ci vuole maggior protezione (veloce) per Cravero e, infine, vanno azzerate certe disattenzioni che il Toro non può permettersi. Non sempre si può sperare e contare sulle risorse dei fucilieri. Ci spieghiamo con qualche esempio: al 35' del 1° tempo Biato deve rimediare alla percussione di Protti, lasciato in libertà, e al 38' della ripresa Doardo, entrato al posto di Biato (stiramento), si fa scappare la palla come fosse una saponetta bagnata. Se Andersson non avesse schiacciato troppo il pallone, ora qualcuno starebbe a piangere sulla sua distrazione. Il tempo darà modo a Sonetti di provvedere. Il tecnico ci conta. E intanto il tandem Hakan-Rizzitelli se la ride. Finalmente. E hanno mille e una ragione per farlo. Cronaca al Delle Alpi. 7'. Gran destro di Angloma, Fontana replica d'istinto. 22'. Angloma serve Rizzitelli, colpo di tacco non riuscito. 23'. Bacci spara da sedici metri, Ricci devia, autogol: 1-0. 25'. Esce alla grande Fontana su Bernardini e neutralizza. 42'. Delizioso assist di Andersson, Protti infila Biato: 1-1. 43'. Milanese da fondo campo serve Hakan, che arriva tardi. 1' st. Traversone di Bernardini, grande stacco di testa di Hakan, ma la traiettoria della palla è centrale. 14'. Maltagliati anticipa Andersson al momento del tiro. 18'. Bel colpo di testa di Cristallini e Fontana fa il gatto. 22'. Corner lungo di Bernardini, grande zuccata di Hakan: 2-1. 38'. Goffo intervento di Doardo, Andersson schiaccia, palla alta. 42'. Mangone "affossa" Rizzigol, che sigla su rigore il 3-1. |
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