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Delle Alpi
15/10/1995
h.15.00
TORINO - ROMA 2-2 (2-2)
Torino
: Biato, Sogliano (al 53' Moro), Milanese, Falcone, Maltagliati, Cravero (al 63' Dal Canto), Angloma, Bacci, Dionigi, Cristallini, Abedì Pelé. A disposizione: Doardo, Fiorin, Foglia. All.: Sonetti.
Roma: Cervone, Annoni, Carboni (al 49' Cherubini), Statuto, Lanna, Aldair, Cappioli, Giannini, Balbo (all'80' Fonseca), Totti (al 73' Di Biagio), Branca. A disposizione: Sterchele, Moriero. All.: Mazzone.
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Reti: Abedì Pelé 16' (T), Aut.Cervone 27' (T), Branca 36' (R), Cappioli 41' (R).
Spettatori: 19.565 di cui 13.723 abbonati e 5.842 paganti per un incasso di 191.555.000 lire.
Note: Ammoniti Cristallini, Sogliano, Statuto, Bacci, Lanna e Dal Canto.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16 ottobre 1995]
Calcio con spunti spettacolari e altri tragicomici, da Gialappa's, al Delle Alpi, e rocambolesco pareggiò tra Toro e Roma che hanno mosso di un solo passo la loro classifica e continuano a trovarsi a braccetto, ai margini della zona-retrocessione, lontane da quell'Europa che, in estate, era nei programmi di Calleri e, soprattutto, di Sensi, visto che il patron romanista sognava addirittura di lottare per il titolo. La partita di ieri ha messo a nudo gli attuali limiti delle due squadre. E' capitato tutto, o quasi, nel primo tempo. Due sciagurate paperissime di Biato, sui gol di Branca e Cappioli, hanno riaperto una partita che il Toro stava meritatamente vincendo con il bellissimo pallonetto di Abedì Pelè e l'autorete di Cervone, su violenta punizione di Cristallini. Poi, nella seconda frazione, il portiere granata ha negato a Balbo il match-ball, Cappioli e Statuto hanno imitato l'argentino sbagliando da buona posizione e, alla fine, è la Roma quella che recrimina di più sul mancato successo, e protesta anche per un sospetto intervento da rigore di Sogliano su Totti in apertura di ripresa. L'uno-due, ottenuto in meno di mezz'ora, sembrava aver messo ko una Roma irriconoscibile, che Carletto Mazzone aveva disposto in modo prudente, forse troppo, contro un Toro che, tagliato Hakan e senza Rizziteli! (squalificato) e Bernardini (infortunato), schierava Dionigi unica punta, appoggiato da Pelè e con Angloma centrocampista. Una formula che era stata provata una volta, in amichevole a Piacenza dove Dionigi aveva realizzato una doppietta decisiva. Quello di ieri, in campionato, è stato un esame sicuramente più duro per Dionigi in un Toro rimaneggiato, e tuttavia ricco di buona volontà, che teneva botta alla Roma, resasi pericolosa solo con tiri di Cappioli e Carboni che trovavano Biato piazzato e pronto a re- spingerli. Il gigante non pareva affatto in giornata nerissima, come più tardi avrebbe dimostrato di essere. Rispolverata la difesa a quattro, con il rilancio dell'ex torinista Annoni, Mazzone cercava di aggirare il Toro sulle fasce, specie su quella sinistra dove Carboni spingeva a tutto gas. Giannini teneva una posizione molto arretrata, finendo per marcare Pelè che fungeva da seconda punta. E con il Principe avulso dalla manovra, l'attacco non riceveva adeguati rifornimenti per affondare i colpi anche per il buon filtro granata a centrocampo grazie al proficuo lavoro di Angioma, Cristallini, Bacci e alle incursioni di Milanese che tenevano in allarme la Roma, frenandola. Balbo era come un corpo estraneo, privo di collaborazione ma anche poco disposto a soffrire e mettersi nella condizione di sottrarsi al controllo di Maltagliati. Branca, prima di dimezzare le distanze con la complicità di Biato, non faceva molto più di Balbo per mettersi in evidenza. L'impegno di Statuto e le giocate di qualità di Totti non bastavano per mettere in difficoltà il Toro che agiva di rimessa, con una partecipazione corale. Da un'azione ben congegnata fra Maltagliati e Angioma, nasceva la prodezza di Pelè. E i giallorossi, come storditi, sbandavano, irriconoscibili, come una squadra acefala che, dopo il raddoppio su autogol di Cervone, propiziato dalla staffilata di Cristallini sul palo, sembrava sul punto di crollare. I due inattesi regali di Biato ridavano ossigeno e morale ad una Roma ormai agonizzante. Sul 2-2 le parti si invertivano ed erano i granata ad avere un tremendo contraccolpo psicologico. Ma reggevano. Era stato un atto di coraggio, da parte di Sonetti, rimandare in campo Biato dopo l'intervallo. E il portiere, con il concorso della fortuna (leggi: tiro sbagliato di Balbo), sventava il terzo gol romanista che sarebbe stato fatale sia a lui che al Toro.