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Delle Alpi
03/12/1995
h.20.30
JUVENTUS - TORINO 5-0 (3-0)
Juventus
: Peruzzi, Ferrara, Torricelli, Paulo Sousa (al 72' Pessotto), Carrera, Tacchinardi, Di Livio, Deschamps, Vialli (all'80' Padovano), Del Piero, Ravanelli (al 72' Jugovic). A disposizione: Rampulla, Porrini. All.: Lippi.
Torino: Doardo, Angloma, Milanese, Maltagliati, Sogliano (al 19' Bernardini), Bacci, Dal Canto (al 53' Cravero), Cristallini, Rizzitelli, Abedì Pelé, Karic (al 62' Dionigi). A disposizione: Caniato, Longo. All.: Sonetti.
Arbitro: Nicchi di Arezzo.
Reti: Vialli 3', 26', 43', Ferrara 47', Ravanelli 68'.
Spettatori: 29.352, tutti paganti, non erano validi gli abbonamenti.
Note: Ammoniti Cristallini e Torricelli.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 dicembre 1995]
Schiantato da Vialli e dalla Juve, il Torino ieri sera ha perso il derby e anche la dignità della squadra che da sempre, nei momenti più difficili, sapeva gettare in campo il carattere. Non si è visto neppure quello. Eppure per una settimana ci si era arrovellati sul concetto etico-filosofico che in questo tipo di partite più si è favoriti e più si rischia. Era vero in altri tempi. Il Toro Grand Hotel, gente che va e gente che viene, non ha evidentemente nel proprio cromosoma il coraggio e il cuore, le sue prerogative storiche. Alla fine Rizzitelli e qualche altro è andato sotto la curva Filadelfia a capo chino per scusarsi: è stato il gesto più bello della loro serata. Sul campo il Toro ha visto la Juve in gol dopo tre minuti e si è seduto ad aspettare la frana, con l'unica attenuante del palo colpito al 14', da Karic. Di gioco manco a parlarne, c'erano già le avvisaglie nei match precedenti. Quanto alla parola, i granata, l'hanno smarrita nelle ultime due settimane: per difendersi dagli attacchi esterni e ritrovare la concentrazione, ci era stato spiegato. Se i risultati sono questi.. Cinque a zero il finale. La Juve è stata maramalda. Si diceva alla vigilia che sarebbe stata, negli esiti, una partita crudele. E la crudeltà bianconera si è personificata in Vialli, che non segnava dal 1 ottobre e ieri si &egrtave; ingolosito di gol: quattro tiri nel primo tempo e tre reti, più una rovesciata avventurosa che ha mandato la palla tra le mani di Doardo. Non è stato proprio tutto quanto ha fatto vedere la Juve in fase d'attacco, ma certamente il Gianlucaccio ha interpretato il suo ruolo di punta come non gli riusciva da tempo, con straordinaria freddezza. La coordinazione sulla rete del 3-0 è stata micidiale. I bianconeri si sono presentati in campo raffreddati dal risultato dell'Olimpico. Il derby che poteva, nelle loro speranze, rilanciarli a quattro punti dal Milan, era diventato soltanto un'occasione per non farsi staccare irrimediabilmente. Un rischio in più. Dopo tre minuti tuttavia il match ha preso un indirizzo preciso. Dal Canto è incespicato sulla palla e l'ha consegnata a Di Livio che è fuggito velocemente sulla destra, ha crossato in mezzo all'area dove a contrastare Vialli e Ravanelli c'era soltanto Maltagliati. E per di più imbalsamato. Stacco di Vialli e palla alla sinistra di Doardo, colto in controtempo. La chance su cui puntava Sonetti (l'attesa e il contropiede) si è sbriciolata. Vero è che se il Toro ha questa faccia anonima e sciapa, il Nedone ci ha messo del suo. L'abbiamo visto sbracciarsi molto contro l'arbitro e i guardalinee: se avesse pensato più ai suoi, cercando ad esempio di far qua drare il centrocampo dove Cristallini e Bernardini erano in difficoltà e Pelé non inventava, magari si sarebbe visto di meglio. I granata hanno difeso a uomo (Sogliano su Del Piero, Maltagliati su Vialli e Dal Canto al posto dell'infortunato Minaudo su Ravanelli le marcature iniziali): nulla di male, non bisogna essere modernisti per forza. Tuttavia i difensori non hanno mai morso. Sui gol in molti sono rimasti a guardare. E poi si fosse visto almeno un tentativo di mettere l'avversario in fuorigioco, un abbozzo di manovra ariosa, un'ideuccia di pressing: niente. Se il Toro fosse davvero quello di ieri sera saremmo all'abc. Tanto da chiedersi le ragioni di quel Cravero in panchina, gettato nella mischia impietosamente a risultato deciso. La Juve, che aveva ritrovato il gioco a Parma, ha sfoderato la convinzione in zona gol come non le riusciva dalle prime giornate. Il rientro di Ravanelli ha restituito la forza d'urto e ha nascosto le ombre di Del Piero che si è visto più nei recuperi che nella costruzione di palle gol. Sousa, Di Livio e Deschamps, con l'appoggio di una squadra molto ravvicinata negli spazi, hanno mantenuto il controllo del gioco. Il Toro ha provato a ribaltarlo con azioni isolate: una, come detto, si è conclusa con la deviazione di testa di Karic (tra i pochi a salvarsi) sul cross di Rizzitelli: smanacciata di Peruzzi e palla contro il palo. Lì, la resistenza granata si è sgonfiata. Si è addirittura afflosciata quando Vialli ha preso palla da un rimbalzo, ha avuto il tempo di girarsi, allargarsi e infilare sia lo storditissimo Maltagliati che Doardo: palo e gol. Non c'è stata più partita. Più ritmo, più determinazione nella Juve, un altro gioco nel Toro. Al 43' ancora Vialli è piombato come un avvoltoio sul cross basso di Ravanelli, guardato scorrere da Bacci e compagnia. E nella ripresa prima Ferrara, imbeccato da Di livio in un corridoio che pareva un'autostrada, poi Ravanelli su rigore per un contrasto di Cravero su Tacchinardi, hanno confezionato il risultato più netto degli ultimi anni.