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Delle Alpi
07/01/1996
h.14.30
TORINO - PARMA 2-2 (1-1)
Torino
: Caniato (al 52' Doardo), Dal Canto, Falcone, Angloma, Maltagliati, Cravero, Cristallini, Bacci, Dionigi (all'85' Sogliano), Rizzitelli, Karic (al 70' Minaudo). A disposizione: Mezzano, Sommese. All.: Scoglio.
Parma: Bucci, Mussi, Di Chiara, Fernando Couto, Apolloni, Minotti, Baggio, Sensini (al 72' Catanese), Melli, Brambilla (all'82' Asprilla), Zola (al 78' Stoichkov). A disposizione: Nista, Benarrivo. All.: Scala.
Arbitro: Cesari di Genova.
Reti: Sensini 27' (P), Dionigi 33' (T), Baggio 66' (P), Angloma 79' (T).
Spettatori: 18.129 di cui 13.723 abbonati per una quota di 366.863.000 lire e 4.406 paganti per un incasso di 142.725.000 lire.
Note: Ammoniti Dal Canto, Brambilla, Melli, Dionigi e Baggio. Espulso Cristallini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 8 gennaio 1996]
Il coraggio e l'umiltà pagano ancora. Questa la vecchia ma sempre attuale lezione, applicata al calcio, del professor Scoglio che ha strappato, con il suo povero Toro d'emergenza, un punto d'oro al ricco Parma. Adesso, la banda Scala vede il Milan a più 5, già in possesso di un titolo invernale che ha molte probabilità di trasformarsi in scudetto a primavera. Giocando d'azzardo e impugnando il tridente Karic-Dionigi-Rizzitelli, Scoglio ha rischiato grosso. Ma Scala, ben due volte in vantaggio, non ha saputo approfittarne e s'è fatto addirittura raggiungere da un Toro in dieci uomini nell'ultima mezz'ora per l'espulsione di Cristallini, resosi colpevole di un brutto fallo su Sensini. Prima dell'uscita di Cristallini c'era stata quella di Caniato, infortunatosi al costato in uno scontro con Dino Baggio e rimpiazzato da Doardo. E il portiere di riserva si faceva trafiggere dal pallonetto di Baggio, un ex. Il Parma ha letteralmente buttato alle ortiche una vittoria scacciacrisi, anche se il Toro ha il grande merito di non essersi mai arreso, neppure quando era in inferiorità numerica. Fuori Cristallini, Scoglio inseriva Minaudo al posto di un Karic che ormai aveva dato fondo a tutte le risorse atletiche, mentre Scala toglieva Sensini, il suo uomo migliore insieme con Mussi, mandando in campo Catanese. E il Toro lo castigava con lo splendido gol del 2-2 firmato daAngloma. Alla fine Scoglio, che al solito aveva sfidato stoicamente il freddo in giacchetta, liberava la sua gioia, agitava i pugni verso la tribuna e la curva Maratona, esultanti per il prezioso pareggio che porta a quattro la serie di risultati utili consecutivi del tecnico siciliano da quando è subentrato a Sonetti. Nello stesso tempo, alcune centinaia di tifosi parmigiani, che avevano già esposto striscioni velenosi, lanciavano slogan anti-Scala, invitandolo ad andarsene, e sottolineavano al grido di ''buffoni, buffoni'' i giri di campo defatiganti dei gialloblù. Una scena che ricordava la contestazione seguita alla sconfitta interna prenatalizia con il Vicenza. Qualcosa s'è rotto, forse irreparabilmente, tra l'allenatore e il loggione. Non sono bastate le correzioni alla squadra apportate da Scala. Quello del Parma è un malessere psicologico, la sindrome di una squadra che in Europa sa arrivare sino in fondo ma non riesce a trovare la continuità per vincere, finalmente, un campionato. Regolarità che, viceversa, ha il Toro, il quale deve uscire dalla zona pericolosa. La scelta di Dionigi e di una formula più spregiudicata a conti fatti s'è rivelata azzeccata, anche se la squadra granata, priva degli squalificati Abedì Pelé e Milanese, ha subito la superiorità del Parma che, tornato al 5-3-2, con in panchina i 25 miliardi di Stoichkov e Asprilla (utilizzati per una manciata di minuti nel finale), appariva più equilibrato e metteva in crisi, sulle fasce laterali, la difesa avversaria. Il gol di Sensini era il frutto di questa manovra avvolgente. Il Parma, però, commetteva l'errore di adagiarsi, sottovalutando sia la forza di reazione che la condizione di forma di un Toro in crescita dopo la cura Scoglio. Un rilassamento che consentiva prima a Dionigi e poi ad Angioma di segnare di testa, sfruttando quel gioco aereo nel quale il Parma si era dimostrato insuperabile quando era concentrato. Per il Toro, che ha raggiunto il Piacenza, un altro passo in avanti verso la tranquillità. Ed averlo compiuto contro una delle più forti e senza due titolari ha un doppio valore. Per la classifica e per il morale di tutto l'ambiente in vista della dura trasferta sul campo della Lazio.