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Delle Alpi
04/02/1996
h.14.30
TORINO - PADOVA 2-0 (1-0)
Torino
: Caniato, Falcone, Dal Canto, Cristallini, Maltagliati, Cravero, Bernardini, Milanese, Rizzitelli, Angloma, Karic (all'89' Minaudo). A disposizione: Biato, Sogliano, Mezzano, Dionigi. All.: Scoglio.
Padova: Bonaiuti, Cuicchi, Gabrieli, Nava (al 46' Van Utrecht), Rosa, Giampietro (al 75' Sconziano), Longhi, Kreek (al 74' Fiore), Amoruso, Nunziata, Vlaovic. A disposizione: Dal Bianco, Coppola. All.: Sandreani.
Arbitro: Bolognino di Milano.
Reti: Rizzitelli 11', Angloma 60'.
Spettatori: 18.608 di cui 13.723 abbonati e 4.885 paganti per un incasso di 156.820.000 lire.
Note: Rizzitelli si fa parare un rigore da Bonaiuti. Ammoniti Nava, Cravero e Rosa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 5 febbraio 1996]
Il più bel Toro dell'anno, anzi dell'intera stagione. Un Toro che ha strappato applausi al suo pubblico, ventimila fedelissimi che credono ciecamente nella permanenza in serie A. Due gol e due pali sono il bilancio dei granata, che hanno battuto il Padova più nettamente di quanto dica il punteggio di 2-0. Anche perché c'è stata un'altra rete di Cristallini, sugli sviluppi di un rigore di Rizzitelli deviato sul montante da Bonaiuti, annullata in modo troppo fiscale da Bolognino perché il centrocampista era a cavallo della linea dell'area al momento del tiro. Un'incornata di Rizzitelli e un'autentica prodezza di Angloma hanno siglato la seconda vittoria della gestione Scoglio, importantissima anche se quella raggiunta in extremis dal Piacenza sull'Inter ha un po' guastato la festa della storica partita numero 2000 del Toro nei campionati a girone unico. Ma il Professore sta finalmente raccogliendo i frutti di una felice semina. La sua squadra, nonostante sia ancora orfana della fantasia, del carisma e del pressing di Abedì Pelé (il cui rientro a Torino è previsto per domani, ma il suo impiego potrebbe slittare di due domeniche per l'infortunio ad una caviglia rimediato nella Coppa d'Africa), ha assimilato gli schemi e rende più fluida ed efficace la manovra offensiva, concedendo poco o niente agli avversari. Anche la scelta di Dal Canto (che è in cura per una leggera pubalgia) si è rivelata azzeccata perché non ha alterato il profilo tattico della retroguardia, come sarebbe accaduto con l'arretramento di Milanese e l'innesto diMinaudo a centrocampo. E' una ''zona'' alla Scoglio, con i reparti corti, pronti a colpire in contropiede come una ama di un coltello a scatto. Rispetto delle posizioni, concentrazione, interscambi di ruolo e buona condizione fisica sono gli ingredienti del cocktail miscelato da Scoglio in due mesi. Abile psicologo, il tecnico di Lipari ha restituito fiducia a giocatori che erano in crisi d'identità. E non bluffa quando dice che il loro valore è superiore all'attuale classifica. Ora essi sanno come muoversi ed hanno imparato a soffrire, ad aspettare il momento giusto per accelerare. E' cresciuta la personalità di tutti, titolari e alternative, ed esistono ampi margini di miglioramento. Quello di ieri era uno scontro delicato con una concorrente diretta e il Toro, vincendolo, si è lasciato alle spalle il Padova a tre lunghezze, aumentando il distacco sul Bari e sulla Cremonese. Il Piacenza ha conservato il punto di vantaggio, ma il Cagliari è più vicino. E quello con la Sampdorìa, a Marassi, sarà un altro spareggio. Il Padova era in salute e reduce da una serie di prestazioni positive, con dieci punti nelle ultime cinque giornate. Rispetto al girone di andata, con l'organico al completo (a parte Lalas, in Usa), Sandreani ha trovato una formula più redditizia, che si basa sul collettivo e su Vlaovic e Amoruso, due ''punteros'' di spicco. Al Delle Alpi ha dovuto inchinarsi di fronte ad un Toro più concreto. Pur tenendo bene il campo e costringendo i torinisti a qualche affannoso disimpegno, ha creato solo un paio di veri grossi pericoli per Carnato: una bordata da venti metri di Gabrieli che ha fatto tremare il palo e un affondo di Kreek concluso fuori bersaglio. La regia di Cravero, le invenzioni di Angloma e Rizzitelli e l'incisività di Karic hanno fatto la differenza. Il croato Karic ha vinto il duello con il connazionale Vlaovic. Il bomber patavino, autore di sette gol in nove partite (una media straordinaria, considerando la sua lunga assenza per malattia), non ha trovato sbocchi, come Amoruso. La difesa in linea del Toro, adeguatamente protetta dai centrocampisti, ha retto all'urto e ha fatto da base di lancio per i contrattacchi, esaltati dalla classe di Angloma e di Rizzitelli, tornato il miglior Rizzigol.