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Delle Alpi |
27/10/1996 |
h.15.00 |
TORINO - PESCARA 0-2 (0-1) Torino: Casazza, Longo, Cevoli, Maltagliati, Martelli, Lombardini (al 73' Ferrante), Nunziata, Scarchilli (all'87' Cinetti), Cristallini, Florijancic (all'87' Balesini), Cammarata. A disposizione: Biato, Cravero, Geraldi, Sommese. All.: Sandreani. Pescara: De Sanctis, Mezzanotti (al 78' Cannarsa), Chionna, Zanutta, Colonnello (al 34' Alfieri), Gelsi, Terracenere, Sullo, Palladini, Greco (all'87' Greco), Giampaolo. A disposizione: Verì, Di Toro, Dio Giannatale, Ban. All.: Rossi. Arbitro: Bonfrisco di Monza. Reti: Giampaolo 30', Sullo 91'. Spettatori: 14.000 di cui 8.146 abbonati e 5.854 paganti per un incasso di 151.860.000 lire. Note: Ammoniti Terracenere e Palladini. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28ottobre 1996] Chi ha seguito fin qui il Toro con pazienza certosina e incrollabile fede ci assicura che il primo tempo dei granata contro il Pescara è stato il migliore che si sia visto quest'anno. Gli crediamo sulla parola. Ma se alla fine di tanto prodigio il Toro si trovava in svantaggio per 1-0, e ha poi perso meritatamente il match per 2-0, ci chiediamo se davvero ci sia da trarne un motivo per essere soddisfatti, come fa Sandreani: significa che persino quando gioca bene la sua banda rischia l'osso del collo. Non è il massimo per chi punta alla promozione. Quello di ieri è stato un bruttissimo colpo. Era il giorno del debutto casalingo di Cammarata, l'ultimo dei troppi tentativi calleriani di rabberciare un attacco che segna poco. Ebbene non è successo niente. Tutte le pezze sembrano piccole rispetto al buco: l'ex ragazzo juventino si è mosso molto alla ricerca di un'intesa con Florijancic ma non c'è stato verso di portarlo davanti a De Sanctis, suo compagno nell'Under 21. Il gioco del Toro, anche nel periodo migliore, si è esaurito nelle occasioni create da palla ferma, nella teoria di calci d'angolo perfettamente inutili e in qualche mischia che avrebbe potuto finire meglio. Sarebbe dura per qualsiasi attaccante liberarsi da certa marmellata. 0 si trova un gioco più preciso oppure Cammarata è destinato a un campionato di stenti, come Florijancic (che ha talento), Ipoua, Ferrante e Balesini, gli uomini saliti su questa giostra delle punte di cui il Toro è oggi più provvisto di un cancello. L'altra botta ai granata viene dalla constatazione che il Pescara nell'ultima mezz'ora li ha superati nella corsa e nel finale li ha annientati nel fisico, come se non avesse giocato mercoledì in Coppa Italia: è una differenza di preparazione? di energie dosate meglio? di stimoli? Vedere il Toro piegarsi sulle ginocchia, incapace persino di difendere lo 0-1 negli spazi sempre più larghi, non è stato uno spettacolo gratificante per i 14 mila venuti al Delle Alpi per assistere a un test verità: negli applausi che hanno salutato l'uscita del Pescara c'era rabbia, amarezza, magari un filo di rassegnazione. Peccato. L'avvio era stato buono per il Toro. Delio Rossi è uno dei nuovi profeti sull'asse Zeman-Sacchi, ma nei primi venti minuti il Pescara ha giocato con la soggezione del villico che entra nel palazzo del signore, infilando le pattine per non sporcare in terra. Il 4-3-3 pescarese è una mezza bufala, al¬ meno lo è stato a Torino: Palladini e Giampaolo, le due ali, stavano molto arretrate, come centrocampisti aggiunti. A parte il problema di una stringa rotta che faceva perdere un paio di minuti all'arbitro, con un balletto di calciatori ruffianescamente attorno manco facessero i calzolai, le emozioni venivano da un paio di colpi di testa di Scarchilli (15' e 19') e da un'azione (17') che portava Martelli al tiro, da posizione non difficile: ma il tocco al volo del terzino si perdeva per l'aria. Buon Toro, però. Non facevamo in tempo ad annotare la vena podistica di Longo sulla destra, che il ragazzo perdeva maldestramente la palla e il Pescara, per dirla con Rossi (o con Sacchi) ripartiva: era Greco che appoggiava al centro per Giampaolo, tra un rimpallo e un gioco di prestigio il cannoniere che la Juve rimpiange si liberava e tirava a colpo sicuro. Era il 30'. Giampaolo fino a quel punto non si era mai visto. Ma è questa l'abilità dei talentini, che in B pesano il doppio. Nel Toro il talentino sarebbe Scarchilli, però il suo è un altro ruolo e non possiede la stessa sensibilità per la porta. Da una mischia (31') nasceva un'occasione per Maltagliati, il cui tiro era deviato da Colonnello, poi Cristallini al 42' e Cammarata con un tocco liftato al 45' impegnavano De Sanctis, portierino niente male, costruito in casa come al Toro non si usa più. L'insistenza dei granata proseguiva nell'avvio di ripresa, ma ogni volta che il Pescara prendeva palla nella propria metà campo i suoi affondi erano più ispirati del tambureggiare torinista, sempre più prevedibile, con lanci lunghi verso l'attacco dove non c'è chi possa tenere palla. All'8' Greco scheggiava la parte alta della traversa, e dalla mezz'ora il Toro non esisteva più. Il gol di Sullo, liberato da un lancio di Gelsi con la difesa aperta, raccoglieva gli applausi della Maratona. A qualcuno bisognava pur battere le mani. |
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