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Delle Alpi
19/01/1997
h.14.30
TORINO - LECCE 4-2 (2-0)
Torino
: Casazza, Mercuri, Cevoli, Maltagliati, Mezzano, Sommese, Nunziata, Scarchilli (all'85' Fiorin), Lombardini (al 68' Rocco), Ferrante (all'85' Cravero), Florijancic. A disposizione: Santarelli, Martelli, Di Donato, Cammarata. All.: Sandreani.
Lecce: Lorieri, Vanigli, Servidei (al 59' Casale), Zanoncelli, Macellari, Mazzeo (al 14' Bachini), Evangelisti (al 59' Bellucci), Cucciari, De Patre, Francioso, Palmieri. A disposizione: Aiardi, Centurioni, Mancuso, Baglieri. All.: Ventura.
Arbitro: Bolognino di Milano.
Reti: Ferrante 21' (T), Florijancic 35' rig (T), Aut.Servidei 46' (T), Bellucci 65' (L), Mezzano 69' (T), Bachini 90' (L).
Spettatori: 22.031 di cui 8.146 abbonati e 13.885 paganti per un incasso di 309.455.000 lire.
Note: Ammoniti Ferrante, De Patre, Macellari, Cevoli, Maltagliati, Bachini e Zanoncelli.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 20 gennaio 1997]
Un'altra domenica d'oro per il Toro che soffrendo anche meno del previsto ha battuto il Lecce, dominatore del campionato. Il successo su coloro che sinora avevano tritato avversari uno dopo l'altro in una girandola di gol e rimonte sensazionali, oltre a dimostrare che adesso i granata sono una vera squadra, proietta la Sandreani band verso la serie A: grazie all'implacabilità di Ferrante, alla classe di Mezzano, alla regia di Scarchilli, finalmente capace di dare il la alla manovra, i torinisti sono sempre secondi, in compagnia del Brescia che con tanto sudore ha piegato in casa la Reggina. Però, la concorrenza è più lontana, ben 4 sono i punti di vantaggio sulla quinta, il Ravenna, guarda caso l'avversario di domenica prossima, travolto dal Genoa. I fallimenti del Bari sconfitto in casa dal Foggia, dell'Empoli inciampato a Cesena e del Pescara incapace di superare il Castel di Sangro (una lode ai sangrini conquistatori del primo punto in trasferta grazie alla prima rete segnata lontano dal paese), i fallimenti dicevamo di tutte le rivali nella corsa alla promozione rendono davvero d'oro la domenica per i granata alla quarta vittoria consecutiva. E, per la quarta partita di fila Ferrante, l'artefice numero 1 della batosta al Lecce, è andato in porta: davvero un'impresa, quasi pari a quella di due settimane fa quando il piccolo Marco aveva siglato il poker di reti alla Reggina, eguagliando ciò che in maglia granata era riuscito al mediano del Grande Torino, Castigliano, mezzo secolo fa. Anche ora, per trovare un torinista che va a segno quattro partite una dopo l'altra occorre tornare indietro di anni. Abbiamo definito Ferrante l'artefice principale del successo. Perché la sua prodezza, al 22', ha spento il furore agonistico della regina del torneo, tolto dagli affanni i compagni e incanalato il match nell'alveo giusto per i granata. Eh sì, sino alla nuova performance di Ferrante, il Toro aveva sofferto non poco l'inizio di gran carriera dei leccesi: loro era il centrocampo, sempre loro arrivavano primi sul pallone, schemi, rapidità e assenza di paura nei tackle costringevano il Toro al lancio lungo e Casazza a respingere faticosamente una bomba di Evangelisti. Poi, spalle alla porta, dal limite, Ferrante domava la palla, si voltava fulmineo e la scaricava nell'angolo più lontano. Un gol da predatore, la riprova che questo attaccante, preso a fine agosto dal Parma in comproprietà, la stoffa del cannoniere la possiede eccome anche se finora, almeno sino a un mese fa quando s'è inaugurata la serie felice, poco o nulla di essa aveva fatto intravedere. Il vantaggio aiutava la truppa di Sandreani a diventare padrona del campo, la stolidità di Zanoncelli, al 36', assopiva il Lecce e esaltava definitivamente gli avversari. Il libero dei capoclassifica zappava la caviglia di Ferrante in area, un Ferrante che al momento comunque non pareva un grosso pericolo: rigore evidente. Dalla panchina il conducator granata faceva segno che toccava a Marco tirarlo, però sul dischetto c'era già Florijancic: tiro forte, rasoterra, centrale e 20. Quasi un evento per lo sloveno, a digiuno da due mesi e mezzo. Chissà, forse proprio la fame di gol insaziata dalla doppietta che aveva messo ko il Padova ai primi di novembre ha indotto Fio ad appropriarsi subito del penalty dicendo ''me ne incarico io'' a Ferrante che gli ricordava ''il mister ha indicato me''. Nella ripresa, i granata imitavano il Lecce partendo a razzo: Scarchilli sfiorava il palo, al 3' Lombardini crossava, Lorieri pasticciava scaraventando la palla addosso a Servidei che a sua volta, sulla linea, s'arruffava sulla sfera finendo con essa in porta. Così, dopo mezza partita era già finita la grande sfida della B. Invano Casazza tentava di riaprirla facendo segnare Bellucci: nel giro di 3 minuti Mezzano faceva 4-1 e poi, tra la festa della Maratona, un coro, ma uno solo, anti-Calleri e la rete di Bachini nel recupero, il Toro volava a quota 31, quattro gradini sotto il Lecce sempre lassù, in splendida solitudine.