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Delle Alpi
06/04/1997
h.16.00
TORINO - PADOVA 1-2 (0-1)
Torino:
Santarelli, Mercuri, Cravero, Cevoli, Mezzano, Sommese (al 34' Scarchilli), Nunziata, Cristallini, Rocco (al 54' Florijancic), Cammarata, Ferrante. A disposizione: Mordenti, Maltagliati, Martelli, Tiribocchi. All.: Sandreani.
Padova: Castellazzi, Turato, Bianchini (all'86' Cristante), Ricci, Gabrieli, Pellizzaro (al 37' Cuicchi), Suppa, Ferrigno, Allegri, Lucarelli, De Franceschi (al 74' Sotgia). A disposizione: Morello, Lantignotti, Bedin, Riccardo. All.: Fedele.
Arbitro: Rossi di Ciampino.
Reti: Lucarelli 29' (P), Di Donato 77' (T), Sotgia 91' (P).
Spettatori: 13.194 di cui 8.146 abbonati e 5.048 paganti per un incasso di 100.020.000 lire.
Note: Ammoniti Nunziata, Pellizzaro, Turato, Suppa, Castellazzi e Lucarelli.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 aprile 1997]
Altro che cuore Toro! Questo è un Toro moscio. Ci vuole altro per tornare in serie A. E' vero, subisce il 2-1 al 90' in un'azione confusa visto che Lucarelli tocca la palla con un braccio prima che Sotgia, dalla linea di fondo, effettui un tiro liftato da far invidia a Camporese per scavalcare Santarelli, che intanto protesta come un ossesso. E' pure vero che nel finale la squadra reagisce alla rete di Lucarelli (30' pt, cross di Gabrieli, colpo di testa del bomber veneto) con un'improbabile traiettoria di Di Donato (33' st) che s'infila alle spalle di Castellazzi dopo essere passata in mezzo a una foresta di gambe. Tutto vero, ma il Toro di ieri dà la sensazione di squadra sciatta, lenta, scontata nei movimenti, dunque prevedibile, ingenua e perfino pavida. Perciò rastrella il terzo ko consecutivo in casa. E ovviamente irrita un pubblico che pazienta mezz'ora, poi pesca dal vocabolario pesanti insulti ai giocatori e inviti coloriti a Sandreani di togliere il disturbo. Stavolta a punire i granata è il Padova. Organico dotato di buone individualità (Gabrieli, Suppa, Allegri, Lucarelli, Pellizzaro, De Franceschi), schieramento diligente, pronto a sfoderare le ripartenze che tanto piacciono ad Ai-rigo Sacchi e ad affondare il coltello in contropiede. Sandreani, nella circostanza, sente odore di grande evento, perciò mescola le carte, lascia in panchina violinisti come Scarchilli e Florijancic e manda in campo gente con pelle più dura, Nunziata e Cammarata. Ma l'appello è inutile. Questo Toro, spiace dirlo, non ha né capo né coda. Un'immagine al limite del reale. Per 20 minuti offre l'illusione che almeno la buona volontà porti qualche frutto, tanto che Rocco (3' pt) calcia sporco da buona posizione, mentre Cristallini prima (11') tocca di testa male e poi (14') calcia forte ma centrale un piazzato che finisce fra le braccia di Castellazzi. E al 24' Cammarata di testa trova la traversa a negargli il sorriso. Forse il gol avrebbe obbligato il Padova ad uscire dalla tana e cambiato altre cose, ma nel calcio le ipotesi fanno solo colore e costruiscono alibi pericolosi. E il Toro farà bene ad evitare, in sede di istruttoria, questa attenuante. La realtàè ben più cruda. C'è latitanza assoluta di schemi; all'aggressività del Padova i granata rispondono con timidezza, quasi si nascondono dietro l'avversario, hanno difficoltà perfino nel controllo del pallone, lo gestiscono con lentezza esasperante (vedi Cristallini, Mezzano, Cevoli, Rocco), e non spiccano mai il volo perché, facile intuirlo, manca di spinta perlomeno decente nei settori esterni. Ed è logico che Cammarata e Ferrante, poveracci, pur sgomitando per guadagnarsi la giornata, finiscano nelle fauci di Bianchini e Ricci. Il Padova, nonostante la classifica, si dimostra più sereno e calmo, sbroglia senza complimenti le situazioni, è alimentato da un movimento più rapido e costante che mette sempre un paio di giocatori nelle condizioni di ricevere la palla con comodità. E con tali requisiti vince. Non bisogna dimenticare che nel 2° tempo, un corner di Allegri (7') spolvera la traversa, che Santarelli evita il gol in due tempi al 20', e che soprattutto Sotgia (42' e 44') si pappa due palle d'oro, in un'occasione grazie al tempismo di Santarelli. Il Toro si attribuisce il merito, gol di Di Donato a parte, di un colpo di testa a lato di Cammarata e di una girata di Ferrante, bloccata da Castellazzi (43'ì. Sandreani a un certo punto toglie Sommese (vittima di Gabrieli) e inserisce Scarchilli. Poi Rocco entra Florijancic. Tutto inutile. Non è giornata. C'è chi rimprovera al Toro anche la spavalderia con cui cerca il 2° gol rischiando, come accade, di essere infilato. Forse doveva accontentarsi dell'1 -1. Ma i tifosi, dopo gli insulti, spingono la squadra in avanti. E a certe tentazioni è difficile resistere.