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Delle Alpi |
26/09/1999 |
h.15.00 |
TORINO - INTER 0-1 (0-0) Torino: Bucci, Bonomi, Mendez, Diawara, Tricarico (al 78' Sommese), Pecchia (al 70' Brambilla), Cruz, Scarchilli, Coco, Ferrante (al 65' Artistico), Ivic. A disposizione: Pastine, Cudini, Edman, Asta. All.: Mondonico. Inter: Peruzzi, Panucci, Blanc, Simic, Moriero (al 59' Dabo), Zanetti, Di Biagio, Paulo Sousa (al 59' Baggio), Georgatos, Zamorano (al 73' Recoba), Vieri. A disposizione: Ferron, Fresi, Domoraud, Cauet. All.: Lippi. Arbitro: Farina di Novi Ligure. Reti: Vieri 76'. Spettatori: 40.452 di cui 13.233 abbonati e 27.219 paganti per un incasso di 1.117.655.000 lire. Note: Ammoniti Mendez, Panucci, Di Biagio, Diawara, Dabo e Coco. Peruzzi ha parato un calcio di rigore a Ferrante sullo 0-0 al 53'. Espulso Mondonico per proteste al 77'. Calci d'angolo 2-2, recupero 1' pt, 3' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 settembre 1999] Dopo la Lazio, l'Inter: il Toro cambia pelle ma non la vocazione a perdere partite che giostra alla pari degli avversari più forti. Questa volta il masochismo granata si è espresso con il rigore sbagliato da Ferrante all'8' della ripresa: Ferrante lo scorso anno era stato imbattibile dal dischetto, e si pensava che almeno in questa specialità non avvertisse il salto di categoria. Prima illusione: Peruzzi lo ipnotizzava balzando sulla destra a deviare il tiro, non sbagliato ma imperfetto. Dal mancato vantaggio al gol decisivo di Vieri trascorrevano ventitre minuti. L'Inter era in difficoltà, soprattutto a centrocampo annaspavano le sue maglie bianche, maglie senza personalità, che parevano quelle del Cesena. Seconda illusione. E nel mezzo della difesa che Mondonico aveva rigenerato dopo mezz'ora del primo tempo, riportandovi a dirigerla Cruz, Christian Vieri si sbatteva dentro una gabbia più stretta e insuperabile di quanto non fosse stata fin lì: l'Inter non creava più palle gol, l'unico tiro era di Recoba con un calcio da fermo tagliato e presuntuoso. Era la terza illusione, perché mentre questo insieme di indizi portavano verso una soluzione favorevole al Toro, dal sinistro di Georgatos, il greco che Lippi scoprì quando giocava contro la Juve di Ancelotti, partiva una punizione secca, tagliata, fatta apposta per una testa coraggiosa, quella di Vieri. La difesa si fermava invece di catapultarsi contro quel ragazzo costruito al Filadelfia e poi venduto da Calleri per prendere Petrachi. Era l'1-0. Cadevano le illusioni del Toro, cedeva anche la pazienza di Mondonico che qualcosa deve aver detto all'arbitro se, dopo una confabulazione serrata, il modesto Farina gli indicava che se ne poteva andare. Non c'era più la forza sufficiente per reagire. Come a Roma, otto giorni fa, si è visto che quando il Toro va in svantaggio contro le grandi è come se corresse su un sentiero impervio di montagna: scivola e rotola in basso. Un assist prezioso di Ivic e una punizione angolata ma non irresistibile di Cruz erano sussulti. Il match era segnato. Svaniva la possibilità di un'impresa che Mondonico aveva definito a prova di scommessa e che invece pareva alla sua portata. L'Inter è diventata una squadra, dopo essere stata per alcuni anni un raggruppamento di talenti con poca anima. Lippi l'ha cucita con un filo robusto. Ma non è ancora l'ammazzacampionato e lo si è visto ieri, nei balbettii di Simic e di Blanc, non appena l'attacco del Toro ha preso confidenza: con quella diga davanti, Peruzzi passerà giornate incandescenti. Però lui c'è. E si fa sentire. Come Vieri che il Toro aveva arginato rischiando l'osso del collo soltanto per un quarto d'ora nel primo tempo, tra il 19' e il 35' : tre palle gol per gli ex nerazzurri, una scaricata da Zamorano addosso a Bucci, una maldestramente deviata di testa da Vieri sulla punizione di Sousa, l'ultima sprecata ancora da Zamorano più lesto di Cruz sul passaggio filtrante di Vieri. C'erano nell'occasione le sbavature di una difesa muscolare, talvolta sventata. Diawara sarebbe cresciuto alla distanza, Mendez avrebbe interpretato meglio la partita con il ritorno a centrocampo: non sarà il caso di ripetere l'escamotage di usarlo da libero per portare Cruz davanti alla difesa perchè l'uruguayano non è abbastanza tempista nel chiudere i corridoi e Cruz, in fondo, ha corsa troppo lenta per essere un regista difensivo. Tuttavia a Mondonico giungevano altre risposte importanti, dai centrocampisti e da Ivic. Senza Lentini c'è più rapidità nella manovra, il serbo tiene ancora troppo la palla ma ha i colpi della seconda punta e le azioni più preziose sono nate dalla sua intraprendenza, compreso il rigore, provocato da un'entrata di Panucci su di lui. Non basta ancora per arrivare al gol: in tre partite su quattro il Toro non ha segnato e i numeri non si possono contestare ma se Ferrante (o il suo pari Artistico che in mezz'ora non ha combinato niente) troveranno finalmente la porta qualcosa potrà cambiare. Se non altro nella litania dei rimpianti. |
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