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Delle Alpi
07/11/1999
h.20.30
TORINO - JUVENTUS 0-0
Torino
: Bucci, Cruz, Bonomi, Galante, Maltagliati, Sommese (al 63' Asta), Mendez (all'11' Tricarico), Scarchilli, Lentini, Ferrante, Ivic (all'87' Artistico). A disposizione: Pastine, Cudini, Crippa, Brambilla. All.: Mondonico.
Juventus: Van der Sar, Ferrara, Montero, Iuliano, Conte, Tacchinardi (al 69' Zambrotta), Davids, Pessotto, Zidane, Inzaghi, Del Piero. A disposizione: Rampulla, Mirkovic, Tudor, Birindelli, Oliseh, Rigoni. All.: Ancelotti.
Arbitro: Bazzoli di Merano.
Reti: -
Spettatori: 47.344 di cui 13.233 abbonati e 34.111 paganti per un incasso di 1.871.720.000 lire.
Note: Ammoniti Ferrara, Tricarico, Lentini, Tacchinardi, Montero, Maltagliati, Bonomi, Davids, Galante e Iuliano. Espulsi Davids all'88' e Lentini al 91'. Angoli 9-2 per la Juventus, recupero 2' pt, 3' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica dell'8 novembre 1999]
Ci sono pareggi in cui una delle due squadre perde, e stavolta questa squadra è la Juve. Perde in classifica, visto che la Lazio s'allontana di nuovo e perde per non essere sfuggita all' agguato emotivo del Toro. Furbissimo, Mondonico ha impostato una gara sporca, logicamente sporca e ruvida, e il pantano tattico è diventato la sabbia mobile della Juventus. Ci hanno messo più di un' ora, i bianconeri, per capire che dovevano giocare a pallone, giocare e basta. Troppo tardi. Anche perché non tutti ne erano capaci, non il pallidissimo Del Piero, non Inzaghi, non sempre Zidane. Ma anche Lentini (espulso come Davids nel finale), Ivic e Ferrante non hanno scaldato nessuno. Il migliore è stato Pessotto, ex granata, lui e la sua magnifica vita da mediano, e questo dice molto della gara. Tre anni d' attesa hanno covato la cattiveria degli agguati. E per lunghi minuti si vede soprattutto la voglia di giustizia sommaria, che quasi sempre è ingiustizia somma. Mai quanto l'odioso coro "ebrei-ebrei" che s'alza dalla curva bianconera. La tensione plana sul campo e s'impossessa di quasi tutti: otto ammoniti nel primo tempo lo dimostrano, così come Mendez azzoppato da Tacchinardi dopo undici minuti. Il centrocampista rischia l'espulsione qualche minuto più tardi, quando stende Ferrante in corsa. Questo mordere, inseguire, cercare tibie non produce altro che un pallonetto di Sommese schiaffeggiato da Van derSar (18') e una testata di Inzaghi (fuori) dopo magnifico triangolo Davids/Del Piero/Davids. Un po' poco. Il Toro deve rinunciare alla potenza di Diawara, squalificato come Coco, e agli infortunati Silenzi e Pecchia. Nella Juve manca Kovacevic. Francamente non si capisce perché i bianconeri si facciano risucchiare nella ressa, loro che potrebbero - non tutti, ma molti sì - tentare di risolvere la questione solo con i piedi, però sul pallone, non sull'avversario. Il tranello emotivo di Mondonico, la sua idea guerreggiante del derby e le massicce marcature a uomo ingannano la Juventus e per tutto il primo tempo la intrappolano. Lo spettacolo che ne consegue è di imbarazzante povertà tecnica. E' un'orgia di falli tattici, sciagura del calcio moderno, e il gioco viene bloccato più spesso che in una partita di rugby. I falli iniziali diventano errori nella ripresa. Si mena un po' meno e si gioca di più, ma peggio. Tuttavia la Juve riesce a organizzare qualche idea nitida, evitando il corpo a corpo. Al 5' potrebbe segnare perché Bucci rinvia come uno scriteriato su Conte che lancia Inzaghi, ma il portiere si riscatta deviando il tiro del centravanti. Rimane insufficiente la partita degli attaccanti, senza distinzione di maglie: Ivic e Ferrante si trascinano, Del Piero è un ectoplasma, Inzaghi solo un po' più elettrico, Zidane stoppato in qualche modo da Galante. Invece è Lentini, controfigura di se stesso, a dover arginare Inzaghi al 13': tiratina di maglia in area, mezzo rigore o forse di più. Rigore che i bianconeri vorrebbero pure al 18' , quando il pallone carambola sul braccio di Bonomi. Gli ultimi venti minuti sono a una porta sola, quella del Toro. Adesso la metafora degli indiani, lungamente evocata da Mondonico, si spiega da sé: gli apache granata difendono le loro tende, anche se non c' è troppa voglia di scalpi da parte degli juventini. O forse la voglia ci sarebbe, incoraggiata dal pensiero della Lazio in fuga. Quelle che mancano sono le possibilità. E la velocità. Così Ancelotti inserisce lo scattista Zambrotta, togliendo Tacchinardi. La cosa più bella resta uno slalom di Zidane in area, il francese ne salta quattro e libera Del Piero, ma il pallone muore tra i piedi dello juventino. Se gli altri sono gli indiani, il viso pallido è certamente lui.