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Delle Alpi |
06/02/2000 |
h.15.00 |
TORINO - LAZIO 2-4 (0-1) Torino: Pastine, Bonomi, Grandoni, Galante, Jurcic, Brambilla, Pecchia (al 72' Maltagliati), Lentini, Sommese, Ferrante, Scarlato (al 46' Ivic). A disposizione: Nista, Minotti, Ficcadenti, Coco, Tricarico. All.: Mondonico. Lazio: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Stankovic, Sensini (al 77' Almeyda), Simeone, Nedved (al 73' Mancini), Inzaghi (al 58' Ravanelli), Salas. A disposizione: Ballotta, Gottardi, Couto, Lombardo. All.: Eriksson. Arbitro: Pellegrino di Barcellona Pozzo di Gotto. Reti: Sensini 8' (L), Mihajlovic 53' (L), Ravanelli 65' (L), Ferrante 81' (T), Galante 89' (T), Salas 91' (L). Spettatori: 19.016 di cui 13.233 abbonati e 5.783 paganti per un incasso di 179.279.000 lire. Note: Ammoniti Bonomi, Ferrante, Nedved e Marchegiani. Espulso Mihajlovic all'80' per aver tirato una gomitata in faccia a Ferrante. Recupero 1' pt, 4' st, angoli 4-2 per il Torino. Cronaca [Tratto da La Repubblica del 7 febbraio 2000] La Lazio si riprende la testa della classifica con armi semplici: concretezza, schemi, collettivo, grande equilibrio. In una vittoria così importante del suo campionato, non si ricordano gesti estetici, finezze, ma solo la terribile efficacia delle sue azioni. Il Torino è stato governato, tenuto lontano da Marchegiani, colpito su calci piazzati e poi su azione. Si dice che la Lazio sia un team di solisti, ma non è esatto: schianta gli avversari con un'organizzazione mirabile e con un pressing da mal di testa. Il Torino, che ha i suoi limiti tecnici, è stato incapace di opporsi alla macchina che aveva di fronte, mostrando a volte anche scarsi riflessi. Ma anche questi, la loro rapidità, fa parte dello zaino dei campioni. Il punteggio finale, si sarà capito, è bugiardo. Sul 3-0 la squadra ha smesso di giocare ma sul 3-2 le è bastato un minuto per ristabilire le distanze doverose con i suoi opponenti. Nella gemma di questa giornata c'è poi un episodio nebuloso, l'espulsione di Mihajlovic. E' stato il guardalinee a richiamare l' attenzione dell'arbitro, dopo che Ferrante era finito a terra in una mischia, colpito da una gomitata del serbo. La Lazio giocherà la prossima partita contro il Parma senza l'uomo dai piedi magici (i primi due gol sono nati dai suoi colpi) e senza Nedved, ammonito. C'è una certa tendenza a complicarsi la vita da soli, è accaduto anche nel passato. Tempi felici per gli argentini a Roma. Sabato Dominguez nel rugby, qui subito Sensini a segno con un eccellente colpo di testa all'8'. La punizione era di Mihajlovic, ci sono stati blocchi e controblocchi, è sbucato dal nulla Sensini e ha segnato il primo gol della Lazio fuori casa nel Duemila. Dopo che un argentino aveva regalato a Roma una vittoria al rugby, qui un altro argentino ha dato subito l'avvio al successo della Lazio. Poteva raddoppiare subito, ma si inceppava malamente Inzaghi: questo è un capitolo doloroso, ma l'attacco nella circostanza ha funzionato, con Salas pronto a girare largo, con gli inserimenti dei centrocampisti. Roba da manuale. Mondonico aveva audacemente schierato una formazione a tre punte, con l'inserimento di Scarlato, arrivato recentemente dal Napoli. Se questi sono i rinforzi c'è da tremare: ma il Torino ha pagato anche le tante assenze, a cominciare da quella di Bucci, il pasticcio poi combinato da Pastine è stato quello che ha indirizzato definitivamente verso la Lazio. Era già il secondo tempo, quando sul retropassaggio di Grandoni pressato, il portiere tentava il dribbling su Inzaghi, perdeva la palla, poi tirava giù il centravanti. Mihajlovic trasformava con un tiro basso, sulla destra, la domenica precedente era stata una botta violenta e centrale. Altre note d'eccellenza: la prova di Nesta, che ha tormentato il povero Ferrante con anticipi inquisitori. I due laterali di centrocampo erano sagaci nel non spingersi troppo, mostravano forza e prudenza, funzionava la coppia centrale dei due argentini. Entrava Ravanelli e la Lazio diventava più profonda, mentre il Torino perdeva fiducia. Il terzo gol nasceva dalla destra, un cross di Stankovic sul quale l'ex juventino (condizione che gli provocava gli insulti della curva torinista) girava di testa in maniera impeccabile. La curva era stata più spiritosa in precedenza quando, in risposta all'ormai famigerato striscione per Arkan, aveva srotolato un lenzuolone con la scritta "onore a Gatto Silvestro". Secondo le nuove norme del decreto Melandri poteva restare. Gli ultrà per prudenza comunque lo ritiravano. Arrivavano gli ultimi dieci minuti. La gomitata di Mihajlovic costava anche un rigore. La Lazio, ormai in relax, si trovava in affanno, al 41' un colpo di testa di Ferrante finiva sulla traversa, al 45' era Galante a chiudere su un cross di Sommese. A Venezia era successo qualcosa del genere, mancavano ancora quattro minuti di recupero. Ma subito, veniva una dimostrazione di potenza, il contropiede e l'assist di Ravanelli sul quale Salas scavalcava Pastine con un colpo morbido d'esterno inistro. Eccolo, in tanto collettivo, il colpo di finezza da ricordare. |
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