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Delle Alpi |
19/03/2000 |
h.15.00 |
JUVENTUS - TORINO 3-2 (1-1) Juventus: Van der Sar, Ferrara, Montero, Iuliano, Zambrotta (al 94' Oliseh), Tacchinardi, Davids, Pessotto, Zidane (al 90' Kovacevic), Inzaghi (all'81' Tudor), Del Piero. A disposizione: Rampulla, Maresca, Rigoni, Lavecchia. All.: Ancelotti. Torino: Bucci, Bonomi, Grandoni, Maltagliati, Sommese (al 72' Ivic), Mendez, Galante (al 75' Tricarico), Brambilla, Lentini, Ferrante, Silenzi (all'80' Coco). A disposizione: Pastine, Pecchia, Crippa, Jurcic. All: Mondonico. Arbitro: Collina di Viareggio. Reti: Aut.Brambilla 23' (J), Ferrante 32', 88' (T), Aut.Lentini 67' (J), Del Piero 72' (J). Spettatori: 57.586, di cui 34.284 abbonati e 23.302 paganti. Note: Partita disputata alle ore 15 anziché alle 20.30 come preventivato per motivi di ordine pubblico. Incidenti prima e dopo fuori dallo stadio, nell'occasione, tramite decreto del Governo, la Curva Maratona è stata restituita ai tifosi del Torino. Il dato degli spettatori è fittizio, poiché buona parte degli abbonati della Juventus ha rinunciato ad assistere alla partita. Ammoniti Mendez, Bonomi, Sommese, Zambrotta e Iuliano. Calci d'angolo 9-5 per la Juventus, recupero 2' pt, 5' st. Cronaca [Tratto da La Repubblica del 20 marzo 2000] Certe volte non è davvero il caso di andare per il sottile: per intascarsi tutto il derby e tre quarti di scudetto alla Juve servono, bastano e avanzano due autoreti e un rigore. Non proprio il massimo e assolutamente nulla di artistico, ma non si sputa mai nel piatto in cui si mangia. I bianconeri vincono senza giocare meglio, ma del resto nei derby è difficile stabilire le gerarchie e cogliere le sfumature: il Toro si è cucito di misura addosso alla Juve come un vestito stretto, ha più difeso che costruito (un po' per logica, un po' per volontà) ma a conti fatti ha graffiato più dei bianconeri. Alla fine si conteranno tre occasioni granata (Ferrante, Silenzi, Lentini), nessuna (niente di clamoroso, almeno) juventina e una sola parata importante, di Van der Sar. In una giornata così perfetta, la Juventus ha superato indenne anche l'ultimo agguato della cabala, quello delle domeniche senza rigore: il record si è fermato a quaranta, Collina ha avuto pure l'ardire di raddoppiare. Adesso, l'unica serie che ha veramente un senso è quella della vittorie consecutive di Ancelotti: sono sei, chi ha dei dubbi su chi vincerà (e come) lo scudetto memorizzi questo numero. La partita si apre dopo un minuto e sedici secondi, colpo di tacco di Del Piero: molto meglio dell' andata, quando il primo fatto rivelante fu un calcione che poi ne originò molti altri. Stavolta invece la partita è tesa ma corretta, anche se poi alla fine il Torino reclamerà per due episodi in cui Collina avrebbe potuto espellere Iuliano e Montero. Due tiri da fuori di Zambrotta e Del Piero, parati da Bucci senza nemmeno tuffarsi, sono il solo frutto della superiorità iniziale juventina, ma è il Torino a far paura per primo: Ferrante, da un decina di metri, sbaglia la misura del sinistro. La Juve soffre le marcature granata, in particolare quella di Galante, che elimina Zidane della partita. Inzaghi dev' essersi perso dopo che la prefettura ha ordinato la ridistribuzione dei posti del Delle Alpi, mentre il solo attaccante bianconero a prevalere sul diretto avversario è Del Piero, che continua a mettere in crisi Bonomi: verso la mezzora Mondonico dovrà infatti cambiare le marcature, affidando il fantasista a Maltagliati. Ed è proprio Del Piero a ispirare il vantaggio della Juve, tagliando il campo in verticale e poi allargando sulla sinistra per Tacchinardi: dal contrasto con Brambilla, ai diciotto metri, me esce una parabola impazzita, che schizza alle spalle di Bucci. Primo autogol, Juve in vantaggio. Il Torino reagisce presto e bene, ma al 27' spreca il pareggio dopo una mischia provocata da Brambilla: la palla fa flipper tra Lentini e Galante e poi finisce a Silenzi, libero sul secondo palo. Ma il sinistro da tre metri è sbagliato. Il Toro insiste, e pareggia al 32': Silenzi lancia di testa Ferrante, Ferrara allunga la traiettoria del pallone, Iuliano stende il centravanti a pochi metri da Van der Sar. Collina fischia il rigore storico, i granata vorrebbero anche l' espulsione dello stopper. Sarebbe troppo. Ferrante batte, forte, di destro, ed esulta simulando incornate. Nella ripresa i primi sprint sono del Toro, con un' altra protesta di Ferrante per una trattenuta da ultimo uomo di Montero e poi un colpo di classe di Lentini, che salta danzando due avversari e sfida Van der Sar con il sinistro. Ma la Juve, piano piano, ricomincia a macinare gioco e a capo di cinque minuti di attacchi continui - arriva il raddoppio. Corner di Tacchinardi, tocco di Ferrara, coscia di Lentini, maledizioni a dio autogol del povero Bucci. La seconda autorete sgonfia il Torino, anche perché cinque minuti più tardi arriva la mazzata finale: in contropiede Davids lancia Zambrotta, bravo a tagliare da destra a sinistra e a obbligare Maltagliati al fallo. Del Piero segna il settimo rigore stagionale. La partita muore lì, ma risorge negli ultimi cinque minuti quando Collina raddoppia il penalty contro la Juve: stavolta la spinta di Zidane a Tricarico non sembra violenta. A Ferrante l'affare importa poco, replica sostituendo la forza con la precisione e alimenta gli ultimi battiti del cuore Toro, che riempiono i minuti di recupero. |
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