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Delle Alpi
30/04/2000
h.15.00
TORINO - REGGINA 2-1 (1-0)
Torino
: Bucci, Bonomi, Ficcadenti (al 57' Grandoni), Maltagliati, Galante, Tricarico, Brambilla, Sommese (al 75' Calaiò), Pinga, Ferrante, Ivic (al 69' Pecchia). A disposizione: Nista, Minotti, Scarchilli, Scarlato. All: Mondonico.
Reggina: Taibi, Cirillo (al 67' Possanzini), Oshadogan, Stovini, Giacchetta, Pralija (al 60' Vicari), Cozza (al 60' Baronio), Bernini, Pirlo, Reggi, Kallon. A disposizione: Belardi, Foglio, Iannuzzi, Bogdani. All.: Colomba.
Arbitro: De Santis di Tivoli.
Reti: Galante 32' (T), Kallon 72' (R), Ferrante 82' (T).
Spettatori: 30.123 di cui 13.233 abbonati e 16.890 paganti per un incasso di 244.120.000 lire.
Note: Ammoniti Brambilla, Pirlo, Cirillo, Reggi e Oshadogan. Espulso all'86' Baronio. Angoli 8-2 per il Torino, recupero 1' pt, 5' st.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica del 1 maggio 2000]
Il Torino deve avere unghie forti, se resta aggrappato alla serie A con così tanta disperazione, con così tanta rabbia, con questa speranza nel cuore e nel destino. Ieri i granata era sprofondati dentro un incubo, inchiodati a un pareggio devastante a un quarto d' ora dal termine della partita con la Reggina e pronti ormai a finire dentro un tritacarne quando Reggi, da solo davanti a Bucci, stava per segnare il 2-1. Ma il portiere granata ha fatto il miracolo, tre minuti più tardi Ferrante l'ha aggiornato con una punizione maradoneggiante, il Toro ha vinto ed eccolo ancora qui, a urlare rabbia speranza e disperazione. Alla fine della partita si sono abbracciati - soli in mezzo al campo - proprio Bucci e Ferrante, che i compagni si sono affrettati a ribattezzare San Luca e San Marco: un profondo simbolismo, carico di fede. Probabilmente Emiliano Mondonico pensava che battere la Reggina sarebbe stato un poco più comodo di così, magari ricordando che l' anno scorso i calabresi si guadagnarono la serie con una vittoria - quella sì, comodissima - sul Toro già promosso: si pensava a chissà quale debito riconoscenza, invece il suo collega Colomba ha chiesto e avuto impegno e decoro, infatti i granata il loro successo se lo sono dovuti sudare sino all' ultimo secondo. La partita non ha avuto nulla di esaltante, se non nell' altalena finale. Il Torino ha usato Pinga alle spalle delle punte (ma Ivic è una punta? è un calciatore?), la Reggina ha affiancato Cozza e Pirlo a Reggi e Kallon, ma raramente il gioco è sfuggito dalla tonnara di centrocampo. I granata hanno cercato la vittoria con maggiore insistenza, in fondo c'era in ballo la sopravvivenza, però - oltre a qualche numero di Pinga e a una lunga serie di calci d' angolo - non ci sono stati pericoli per Taibi, protetto da una difesa attenta e sempre pronta a chiudere gli spazi. Il gol che avrebbe potuto mettere fine a tutti i discorsi è arrivato dopo la mezzora, propiziato da un cross di Ficcadenti e da una stangata di destro di Galante, il migliore in campo in quello strano - ma terribilmente efficace - ruolo di mediano alla Briegel. Il Torino s'è tenuto il golletto, in fondo la Reggina giocava ma non pungeva, ancorata alla diabolica pochezza di Reggi e alla luna storta di Pirlo e Kallon. Qualcosa è cambiato con l' ingresso di Baronio, che ha resituito geometrie e incisività anche grazie alla presenza di Possanzini: cosìè arrivato quel rigore (fallo di Bonomi su Reggi, Kallon ha poi spiazzato Bucci, per due volte, visto che la prima esecuzione è stata fatta ripetere) che poteva demolire l'anima del Toro, tanto più che cinque minuti dopo Reggi - ispirato da Pirlo - ha avuto quell'incredibile match ball annullato da Bucci, il cui corpo in quel momento è diventato grande come tutto il Toro. L' effetto miracolo si è prolungato fino al gol liberatorio del solito Ferrante, una deliziosa punizione dai 18 metri che ha baciato il palo alla destra di Taibi ed è rotolato dentro, accendendo nei trentamila del Delle Alpi - e nei cinquanta scatenati brasiliani, che hanno suonato samba per tutta la partita in onore di Pinga - e spingendoli all' esodo di domenica prossima verso Lecce, dove i granata giocheranno una specie di drammatico spareggio fra naufraghi: il Bari è l'avversario più vicino, ma il calendario della formazione di Fascetti appare decisamente più agevole.