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Delle Alpi |
23/11/2003 |
h.15.00 |
TORINO - ALBINOLEFFE 4-0 (0-0) Torino: Sorrentino, Martinelli (al 29' Adami), Mandelli, Fernandez, Balzaretti, Pinga, De Ascentis, Vergassola, Rizzato (al 67' Conticchio), Ferrante, Fabbrini (al 78' Tiribocchi). A disposizione: Fontana, Mezzano, Osmanovski. All. Ezio Rossi. Albinoleffe: Acerbis, Teana, Biava, Sonzogni, Regonesi, Colombo (al 57' Raimondi), Poloni, Carobbio, Gorzegno (al 67' Morfeo), Ferrari, Bonazzi. A disposizione: Gritti, Gorini, Gori, Manzini, Araboni. All. Gustinetti. Arbitro: Morfeo di Verona. Reti: Ferrante 54', Fabbrini 59', Conticchio 91', Pinga 93'. Spettatori: 9.213 di cui 7.804 abbonati e 1.409 paganti per un incasso di 15.240 €. Note: Ammoniti Mandelli, Acerbis, Regonesi e Carobbio. Angoli 6-4 per il Torino, recupero 2' pt, 4' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 novembre 2003] E' stata una domenica trionfale, per il Torino. La vittoria più sonante della stagione (4-0 sull'Albinoleffe che non perdeva da un mese e non subiva gol da 317') coincide con il primo, importante strattone dato alla classifica: i granata restano quinti ma i punti di vantaggio sulle seste (Messina e Piacenza) adesso sono saliti a tre. Difficile, dunque, parlare in una giornata del genere di cose che non funzionano, di magagne in casa torinista. Eppure occorre farlo perchè, prima di sbloccare il risultato al 9' della ripresa (Ferrante, ancora lui..) con un gol contestato e nato da calcio piazzato, il Toro è stato grigio e triste come il cielo sopra il Delle Alpi e fra il 28' e il 40 ha rischiato tre volte di capitolare sugli agili e ficcanti contropiede della matricola bergamasca. Squadra molle e confusa, quella di Ezio Rossi, fino all'episodio della svolta. Come nel 1° tempo contro l'Ascoli o come dal 2-0 in avanti a Vicenza. Nei primi 53', il lungo portiere bergamasco Acerbis non ha fatto altro che raccogliere tre timidi tentativi di Fabbrini. Poi, però, si è dovuto chinare a prendere 4 palloni in fondo al sacco, si è superato per deviare in corner due gran tiri di Pinga e Ferrante e ha evitato un'altra capitolazione grazie a un compagno che si è immolato per ribattere una conclusione a colpo sicuro di Rizzato. E' stato, insomma, l'ormai solito Toro double-face. Giovedì a Vicenza era partito sparato e ha chiuso con la lingua fuori; ieri ha cominciato col freno tirato, con la testa forse ancora disturbata dalla rimonta patita in Veneto, e si è sbloccato strada facendo, correndo veloce verso il terzo consecutivo successo interno, segnale non trascurabile di una indispensabile regolarità di risultati che, almeno in casa, adesso c'è. Punizione comunque davvero eccessiva per la Lilliput del calcio cadetto, seguita a Torino da 34 tifosi, 2 bandiere e 3 striscioni ma lucida, briosa e ben organizzata almeno fino allo 0-2. Gustinetti negli spogliatoi se l'è presa con i suoi, incapaci di sfruttare le occasioni avute in partenza, ma soprattutto con la terna arbitrale, colpevole di aver fermato per fuorigioco Ferrari al 12' (segnalazione di Conzutti prima del gol della punta 36enne) e di aver poi convalidato le prime due reti granata, viziate secondo il tecnico bergamasco da un fallo di Ferrante su Colombo la prima e da un offside di Adami la seconda. Episodi effettivamente dubbi, giudicati tutti in favore del Toro. Rossi incassa e guarda avanti più sereno. Ha dovuto fare di nuovo la voce grossa nell'intervallo: questa volta è servita. Soprattutto con Pinga. Il brasiliano è stato il simbolo della trasformazione granata. Impalpabile nei primi 45', decisivo nei secondi quando non ha sciupato un pallone, ha fornito su punizione l'assist dell'1-0 a Ferrante e ha personalmente chiuso il conto al 93'. Quanti brividi, però, prima della goleada. Rossi era partito con due novità: la scelta del ritorno al passato fra i pali con il rilancio di Sorrentino (un'indecisione in partenza, poi una buona prova) e il turnover forzato in avanti con Fabbrini schierato al posto di Tiribocchi, retrocesso in panchina da un attacco di gastroenterite. La partenza è da moviola. Pinga gioca a destra solo quando deve coprire, per poi andare altrove alla ricerca di spazi: quando li trova, però, non sa sfruttarli. Ferrante e Fabbrini giocano sempre spalle alle porta, non dialogano; Rizzato è l'unico a cercare profondità ma i suoi cross non sempre sono fruibili. Sull'altro fronte, superata la fase di studio, l'Albinoleffe si dimostra più spigliato, di testa e di gambe. Ferrari sciupa un cross di Colombo al 28' (e Martinelli, nel tentativo di contrastarlo, s'infortuna); Sorrentino tampona in uscita su Ferrari al 38' e 2' più tardi si allunga per deviare in corner una maligna punizione di Carobbio. La ripresa assume color granata al 9' con l'incornata di Ferrante dopo la punizione da destra di Pinga. Sul taccuino, poi, altre sei azioni del Toro: i tre quasi gol già descritti più le reti che completano il poker. Fabbrini incorna nell'angolino un cross di Adami al 15', Conticchio fredda Acerbis al 46' sfruttando un invito di Tiribocchi (entrato al 33') che poi manda in gol anche Pinga al 48'. Davvero troppa grazia. |
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