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Delle Alpi |
21/12/2003 |
h.15.00 |
TORINO - LIVORNO 1-1 (0-1) Torino: Sorrentino, Martinelli, Mezzano, Fernandez, Balzaretti, Conticchio (al 46' Rizzato), Masolini, De Ascentis (all'89' Frezza), Fuser, Ferrante, Fabbrini (all'81' Franco). A disposizione: Fontana, Adami, Galante, Osmanovski. All. Ezio Rossi. Livorno: Pavarini, Cannarsa, Vanigli, Chiellini, Vigiani (all'85' Biliotti), Ruotolo (all'89' Ciaramitaro), Grauso, Doga, Saverino, Protti, Lucarelli. A disposizione: Mareggini, Melara, Pfertzel, Rabito, Danilevicius. All.: Mazzarri. Arbitro: Cassarà di Palermo. Reti: Protti 12' (L), Ferrante 51' (T). Spettatori: 11.365 di cui 7.804 abbonati e 3.561 paganti per un incasso di 57.915 €. Note: Ammoniti Grauso De Ascentis, Martinelli e Fuser, angoli 4-4, recupero 3' pt, 4' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 22 dicembre 2003] Sarà un altro Natale triste e pieno di brutti pensieri, per il Toro. Più o meno come quello del 2002, vissuto in coda alla serie A con 7 miseri punti raccolti in 14 partite, con la prospettiva di una retrocessione inevitabile e con sul groppone già un cambio di allenatore e una tifoseria in subbuglio. Dodici mesi dopo, anche in serie B il clima resta pesantissimo. Il Toro rifatto per tornare al volo nell'elite annaspa, perde pezzi, si complica la vita da solo, riscopre la contestazione (dopo i giocatori, ieri sono tornati nel mirino della curva i vertici societari) e, allo stop di fine anno, si ritrova ottavo, con appena 8 vittorie su 20 partite. Benedicono la sosta, i granata. Anche l'ultimo impegno del loro orribile 2003 ha confermato tutte le perplessità sulle chance future di un Toro che non è più squadra e che, senza gli infortunati Pinga e Walem e i ribelli Vergassola Tiribocchi, ha meno qualità della concorrenza. Senza vittorie dal 23 novembre e reduci dalla figuraccia di Piacenza, ieri i rossiani cercavano un riscatto per risalire la classifica e gettarsi alle spalle l'ennesima settimana a nervi tesi. Invece, contro il Livorno hanno persino giocato peggio rispetto all'esibizione di 7 giorni prima in Emilia, dove almeno avevano sfoggiato una partenza gagliarda prima di svaccare nella ripresa. Il punticino arrivato alla fine, in effetti, è stato un regalo confezionato dai toscani: Lucarelli, ex non rimpianto, non ha voluto infierire sulla gente che lo ha sopportato nello scorso, imbarazzante campionato (un gol in 26 partite) e ha sciupato due occasionissime al 6' e al 74', mentre Chiellini, altrimenti molto bravo, ha contribuito in modo determinante all'1-1 con il mani d'istinto sul tocco in area di Ferrante che ha causato il rigore del 51 ', trasformato dallo stesso bomber granata. Di suo, il Toro ci ha messo davvero poco. Più che altro, ed è tutto dire, le parate del ritrovato Sorrentino. Pavarini, portiere labronico, non ha compiuto un intervento vero. Al suo posto, sono stati Doga (61 ') e Grauso (62') a dire no sulla linea rispettivamente a Rizzato e Fernandez sugli unici due tiri granata del match, arrivati dopo lo zero assoluto del primo tempo e il pareggio raggiunto dal dischetto. Al conto dei padroni di casa occorre aggiungere altri due rigori reclamati in partenza (spinta di Doga su Martinelli al 6') e in chiusura (trattenuta ancora di Doga su Franco all'85') e poi stop. Fiammate nel contesto di una prestazione anonima, in continua soggezione nei confronti di un Livorno che ha mostrato più qualità, più corsa, più determinazione. Squadra vera, quella ieri di giallo vestita: corta e pronta a partire con le idee sempre chiare e con gran movimento senza palla, quello che continua a mancare al Toro. In più, i guizzi del sempreverde Protti, autentico lusso per la B, che alla prima opportunità (12') ha fatto centro, approfittando della libertà concessagli da Martinelli sul cross di Vigiani, fuggito sulla sinistra dopo palla persa in mezzo al campo da Masolini. Gol non inatteso, comunque, considerato che già al 6' Lucarelli si era presentato solo davanti a Sorrentino sfruttando una rimessa laterale regalata agli ospiti dal guardalinee Rossomando ma, litigando col pallone al momento buono, aveva fatto capire a tutti perchè negli ultimi due mesi aveva segnato una volta sola. Asfissiato dalla corsa e dalla grinta livornese, il centrocampo granata mostrava tutti i suoi limiti. Deludeva Masolini, incapace a dare ritmo e profondità, facevano solo confusione Conticchio e De Ascentis, non trovava mai lo spunto Fuser. Ferrante e Fabbrini contribuivano facendosi annullare quasi senza opporre resistenza da Chiellini e Cannarsa. Il Livorno ci provava ancora con Ruotolo, Protti e Vigiani; il Toro racimolava solo due punizioni senza pretese di Fuser e tanti fischi dai suoi tifosi. Qualcosina cambiava con l'innesto di Rizzato per Conticchio (da 4-3-3 a 4-4-2 nella ripresa). Il nuovo entrato dava sprint sulla sinistra e da un suo cross nasceva l'azione del rigore gentilmente concesso dalla foiba del baby Chiellini, un esterno riciclato centrale. Ferrante firmava l'1-1 al 51' ed era Toro ancora per un poco (doppio salvataggio sulla linea al 60' e 61'). Poi, di nuovo tanto Livorno con Protti a cercare e trovare conclusioni e assist sprecati dai compagni e con il secondo errore di Lucarelli, ipnotizzato da Sorrentino. Solo una mezza festa per i duemila tifosi toscani saliti al Delle Alpi: non perdono dal 18 ottobre ma hanno visto 6 pareggi consecutivi e ora sono scesi al 5° posto. Un lusso, comunque, rispetto al Toro sempre più Torello: oltre a non saper più vincere, non crea più gioco, non segna. Due gol nelle ultime 4 partite: Vergassola su punizione rocambolesca e Ferrante su rigore. Auguri. La vittoria manca dal 23 novembre e non c'è stato progresso dopo la figuraccia di Piacenza Le assenze incidono ma non bastano a giustificare lo scarso gioco. |
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