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Delle Alpi
01/05/2004
h.20.30
TORINO - HELLAS VERONA 1-1 (1-0)
Torino
: Sorrentino, Mandelli, Fernandez, Galante, Adami, Conticchio, Fuser, De Ascentis (all'86' Rizzato), Balzaretti, Pinga (al 59' Rubino), Fabbrini. A disposizione: Fontana, Marchese, Walem, Osmanovski, Franco. All. Ezio Rossi.
Hellas Verona: Pegolo, Comazzi, Angan, Biasi (al 47' Minelli), Cassani, Lomi (al 53' Cossu), Mazzola, Italiano, Dossena, Myrtaj, Adailton (al 77' Iunco). A disposizione: Doardo, Agnelli, Melis, Vicari. All. Maddé.
Arbitro: Pellegrino di Barcellona Pozzo di Gotto.
Reti: Fabbrini 28' (T), Minelli 94' (V).
Spettatori: 1.698 di cui 747 abbonati e 951 paganti per un incasso di 11.696 €, record negativo di presenze in una partita di campionato per il Torino. In seguito all'allargamento della serie B da 20 a 24 squadre, le ultime quattro partite erano fuori abbonamento. La società ha venduto 747 “mini abbonamenti” per le ultime quattro gare interne.
Note: Ammoniti Cassani e De Ascentis.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 maggio 2004]
Giusto un anno fa, perdendo 1-0 contro l'Udinese sul neutro di Reggio Emilia, il Toro subiva in anticipo la quinta retrocessione in serie B della sua storia, decisamente la più vergognosa. Il giorno dopo, però, avvenne una cosa straordinaria: 50 mila tifosi urlarono forter il loro orgoglio di essere granata, nonostante la batosta appena incassata, e, marciando verso Superga per rendere onore ai loro Grandi, dissero "basta". Mai più umiliazioni del genere, mai più il Toro così in basso. Invece no. Perché con questo Toro (società e squadra) non c'è limite al peggio. Al punto che il museo degli orrori granata, ingranditosi a dismisura nel corso di un campionato cadetto da incubo, da sabato sera ha una nuova stanza che mostra gli obbrobri di Toro-Verona e dintorni, ennesima penosa tappa di un calvario non ancora terminato. Nelle ultime ore di un giorno di festa sono successe tante, troppe cose. Tranne le due più attese: la seconda visita torinese di Aleksandrs Basarins, l'imprenditore lèttone che vorrebbe comprare il rantolante club di Cimminelli, e il ritorno alla vittoria dei granata (a secco dal 7 marzo) contro il pericolante Verona. Tra le 20,30 e le 23,30 di un 10 maggio già diventato tristemente indimenticabile, il Toro nell'ordine ha: registrato il suo nuovo minimo storico di spettatori in gare di campionato (1698 tra paganti e abbonati); giocato di nuovo sotto il tiro della contestazione dura degli ultrà, con striscioni e insulti per tutti e un tentativo di irruzione in tribuna dove sedevano Cimminelli e Romero; offerto l'ennesima prova senz'anima e senza qualità; subito il gol dell'1-1 veronese al 94', beffa voluta da una difesa maestra nell'autolesionismo; annotato lo sfogo di un Ezio Rossi giunto al limite della sopportazione; deciso il terzo ritiro punitivo della stagione, che scatterà domani o al pià tardi mercoledì e con ogni probabilità si rivelerà inutile come i due precedenti. Con la vicenda societaria che non offre certezze e anzi alimenta equivoci e nervosismi e con 50 giorni di campionato ancora davanti, il pericolo vero è che la situazione dentro e attorno al Toro possa soltanto peggiorare, il primo a esserne convinto è proprio Rossi che, dopo aver fatto per la prima volta tremare i muri dello spogliatoio granata, sabato sera si è presentato ai cronisti stremato dalla delusione: "Pagherei di tasca mia pur di far finir qui la nostra stagione. E invece ci restano 6 partite contro avversarie motivatissime, di qualità. Rischiamo delle disfatte, giocando così. Questa è stata un'altra partita indecorosa, chiusa dall'ennesimo ingiustificabile errore della difesa a 15 secondi dalla fine: il Verona aveva un solo colpitore di testa e lo abbiamo lasciato libero in area. Dietro possiamo giocare a 3,4,5 o 6 ma le cose, evidentemente, non cambiano. Erano 3 punti importanti per il morale, per ritrovare un po' di serenità e invece.." Invece, nonostante i 4 stipendi incassati alla vigilia e i caduti di Superga da onorare, l'Armata Brancaleone granata ha nuovamente toppato di brutto. E alla fine ha prolungato il suo silenzio stampa. Rossi, anche lui colpevole, la sua faccia e la sue responsabilità almeno continua a mettercele: "Io mi vergogno e francamente ho paura di dovermi vergognare ancora di più nei prossimi giorni. Dirò tutto a fine stagione. Adesso spero che questa vergogna se la sentano addosso anche i giocatori, che chi ha più esperienza si prenda le sue responsabilità. Non so che cosa passi nei loro cervelli. A volte mi sento addirittura impotente. Lo confesso: negli spogliatoi sono andato via di testa, quel che avevo da dire l'ho urlato forte ai miei. Non mi avevano mai visto così. Sono rimasti muti, immobili, stupiti". Ne riparleranno tutti oggi pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti al Comunale. Con ogni probabilità sarà la prima e ultima seduta "cittadina" della settimana. Poi, scatterà il ritiro; in zona (difficilmente a Bra, però) o il più lontano possibile, sulla strada per Trieste, dove il Toro sarà di scena sabato sera. "S'ha da fare eccome. Questo ritiro - proclama Romero - perché avevamo chiesto in ginocchio alla squadra una vittoria: per Superga; perché i tifosi ci tenevano particolarmente, considerata la rivalità con il Verona; per la classifica. E invece abbiamo rivisto le solite, gigantesche e imperdonabili, smemoratezze. Dobbiamo ritrovare la massima concentrazione, per finire con dignità". Dopo due anni di disastri, di risultati da libro nero e di promesse non mantenute, dovrebbe essere anche la società a cercare di chiudere con dignità. Con Cimminelli, che si è messo tutti contro e ha chiuso il portafogli, non ci può essere futuro migliore di queste ultime stagioni da incubo.