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Delle Alpi
14/11/2004
h.15.00
TORINO - VENEZIA 1-1 (1-0)
Torino
: Sorrentino, Carbone, Peccarisi, Mantovani, Balzaretti, Pinga, Mudingayi, Conticchio, Rizzato (al 74' Mezzano), Marazzina (al 51' Maniero), Quagliarella (al 15' Fontana). A disposizione: Bianciardi, Vailatti, Humberto, Martinetti. All.: Gritti.
Venezia: Benussi, Macaluso, Landaida, Giubilato, Vicente, Bovo (al 46' D'Antoni), Anderson, Brellier (al 46' Collauto), Erpen, Miramontes (al 75' Ginestra), Biancolino. A disposizione: Sirigu, Garcia, Orfei, Saverino. All.: Ribas.
Arbitro: Paparesta di Bari.
Reti: Pinga 43' (T), Landaida 91' (V).
Reti: 9.234 di cui 5.740 abbonati e 3.494 paganti.
Note: Ammoniti Pinga, Mudingayi, Macaluso, Giubilato, Landaida e Conticchio. Espulso al 15' Sorrentino per fallo da ultimo uomo su Biancolino e conseguente rigore per il Venezia che lo stesso Biancolino ha calciato a lato. Angoli: 7-7. Recupero 2' pt, 3'st. In panchina il Torino presentava il vice allenatore Gritti in sostituzione dello squalificato Ezio Rossi. All'inizio del match la polizia ha rimosso alcuni striscioni di contestazione nei confronti di Cimminelli. Il Venezia, curiosamente, scende in campo con la divisa nera nel primo tempo e quella bianca nella ripresa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 novembre 2004]
La "bestia nera" del Toro ha colpito ancora. Me spalle, dopo aver sciupato 77' di superiorità numerica e aver rischiato il tracollo in una ripresa dominata dai granata. In extremis, capitalizzando con il colpo di testa dell'indisturbato argentino Landaida una distrazione difensiva imperdonabile non solo perché arrivata al 91'. Così, con un 1-1 che lo premia oltre i suoi meriti, il Venezia allunga a 10 partite la sua striscia positiva contro il Toro che in serie B lo ha battuto una volta sola, 45 anni fa, e poi ha sempre rimediato batoste o beffe atroci, come quest'ultima. Da ieri, però, il Toro può affiancare un altro nome a quello del Venezia nella galleria di chi è meglio perdere che trovare, per evitare guai. Si tratta di Gianluca Paparesta, 35enne arbitro figlio d'arte, "internazionale" scivolato in terza fascia dopo gli errori commessi 8 giorni prima a Reggio Calabria ai danni della Juve. Il caso vuole che, quando è stato il momento di decidere sugli episodi cruciali, anche ieri abbia fischiato contro una torinese. Sbagliando di grosso, agevolato dal guardalinee Rosi. Toro-Venezia, di fatto, l'ha indirizzata e decisa lui. Scatenando a fine partita la rabbia della dirigenza granata, riassumibile nella colorita ricusazione di Cimminelli: "Questo signore non lo vogliamo più avere tra i c..", il succo del patron che definì "schifosamente schifoso" l'arbitraggio del barese in un derby. Paparesta ha castigato il Toro già al 13'. Sul pasticcio combinato da Peccarisi e Sorrentino sullo sfuggente Biancolino, era sacrosanta espulsione del portiere per fallo da ultimo uomo che però sembrava essere fuori area anche se il numero 1 granata forse ha un piede sulla linea quando artiglia e atterra la punta veneta. Caso da moviola estrema, comunque. Nessun dubbio, invece, per l'arbitro: rosso e rigore, poi sbagliato proprio da Biancolino a ribadire quasi che quel penalty non s'aveva da dare. Nessun ralenti, invece, è servito poi per smascherare la topica del 13' (ahi, che coincidenza maledetta, per i granata) della ripresa. Con il Toro giè sull'1-0, era dentro di mezzo metro la carambola innescata da una punizione di Pinga e poi schizzata su Maniero, Biancolino e sul palo veneziano, prima di essere schiaffeggiata fuori dal portiere Benussi. Infine, per completare l'opera e confezionare il pari, i due errori che hanno preceduto l'1-1: c'è un fallo di Biancolino su Mezzano prima del tiro di D'Antoni, che una deviazione trasforma nel corner decisivo; c'è incredibilmente l'amministratore del Venezia Dal Cin in campo quando Collauto crossa per la testa di Landaida, ma nessun signore in giallo se ne accorge. Rocambolesca e sfortunata, dunque, la prima partita del Toro di Ezio Rossi con il suo vice Tullio Gritti in panca. Un vero peccato. Perché per raccontare come merita la giornataccia dell'arbitro declassato, si finisce per trascurare quel che ha detto il campo. Risultato a parte, molte cose buone per i granata, in campo con un uomo in meno dal 13' ma tosti e lucidi al punto da sembrare due in più nella ripresa, fino all'amnesia fatale, mix di ingenuità, eccesso di confidenza, delirio di onnipotenza. Tranquillizzante Fontana, chiamato in causa a freddo; a tratti debordante capitan Balzaretti; prima operaio e poi ricamatore un Pinga che ha trovato il gol su punizione dopo averne provate migliaia in allenamento; colossale l'onnipresente Mudingayi. Il Toro è parso subito in imbarazzo contro l'attento Venezia, ermetico dietro quanto pronto a pungere davanti con Biancolino ben imbeccato dai frizzanti Miramontes ed Erpen. Nel 1° tempo, prima e dopo l'espulsione, i granata hanno punto unicamente da fermo, con Pinga: prima della rete del 43', due punizioni per la testa di Marazzina. Togliendo Quagliarella per far posto a Fontana, il tandem Rossi-Gritti sapeva di andare incontro a una partita di sofferenza e sacrificio: prudenza e copertura per poi affidarsi ai guizzi di Pinga e Rizzato e ai calci piazzati. Il progetto è ben riuscito fino al 91' grazie anche al rigore sbagliato da Biancolino e a un Venezia che, nella ripresa, ha cambiato maglia (da nera a bianca) ma non passo, concedendo al contrario spazi e opportunità a raffica. Tra il 7' e il 36' il Toro riorganizzato nell'intervallo ha segnato un gol non concesso e messo tre volte un uomo davanti a Benussi. Mancato il colpo del ko, ha pagato con gli interessi la tassa-Paparesta (2 punti in meno che si aggiungono ai 2 negati contro il Cesena dal gol annullato ingiustamente a Marazzina) e ha visto allontanarsi Empoli e Genoa. Prestazione confortante assai, al tirar delle somme. Ma brutta botta a livello psicologico. E lunedì prossimo a Vicenza sarà dura. Con in mezzo l'impegno di venerdì in Coppa Italia con la Samp. "Ne avrei fatto volentieri a meno, in questo momento", assicura Rossi. Gli crediamo.