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Delle Alpi |
12/12/2004 |
h.15.00 |
TORINO - CATANZARO 3-0 (1-0) Torino: Sorrentino, Comotto, Mezzano, Mantovani, Balzaretti (all'82' Peccarisi), Mudingayi, Codrea (al 76' Conticchio), De Ascentis (all'87' Vailatti), Pinga, Marazzina, Quagliarella. A disposizione: Fontana, Carbone, Rizzato, Franco. All.: Rossi. Catanzaro: Manitta, Grava, Bonomi, Del Canto, Ascoli, Arcadio, Briano, De Simone, Alfieri (al 46' Cammarata), Morello (al 61' Vicari), Carbone. A disposizione: Lafuenti, Vanacore, Biancone, Ottonello, Andrisani. All.: Cagni. Arbitro: Romeo di Verona. Reti:Mudingayi 22', Pinga 65', Marazzina 72'. Spettatori: 9.141 di cui 5.740 abbonati per una quota partita di 58.740 euro e 3.401 paganti per un incasso 52.955 euro. Note: Ammoniti Comotto, Carbone, Mudingayi, Bonomi e De Simone. Espulso Briano al 71' per fallo di mano sulla linea di porta. Pinga ha fallito un calcio di rigore (parato da Manitta) al 6' del secondo tempo. Angoli 4-2 per il Torino, recupero 2' pt, 3' st. Un minuto di silenzio (20'' in realtà, chissà poi il perché) in ricordo di Mario Gerbi, ex presidente del Torino dal 1987 al 1989. Cronaca [Tratto da La Stampa del 13 dicembre 2004] Avevano sofferto tanto, i tifosi del Toro, in questo 2004 marchiato dal peggior risultato sportivo della storia granata, il 2° posto in serie B. Perciò, dalla loro squadra impegnata nell'ultima partita casalinga dell'anno pretendevano un regalo. Per farsi perdonare, i rossiani hanno persino esagerato e, con l'indispensabile collaborazione di un fragile Catanzaro, hanno confezionato un pacco-dono gigantesco, pieno di cose ghiotte e rare. A scartarlo, ci si mette un bel po' di tempo. Dentro, l'incredula gente granata ha trovato nell'ordine: un gol (fortunoso) dopo 248' di digiuno; tre reti tutte insieme, quasi tre mesi dopo Ascoli; una vittoria interna 35 dì dopo il 2-0 sul Perugia; un nome nuovo (Mudingayi) nel tabellino dei marcatori dopo 11 turni all'insegna dei "soliti noti"; due rigori a favore (uno sbagliato da Pinga, l'altro realizzato da Marazzina), dopo averne avuto uno solo nelle precedenti 16 giornate di campionato; un arbitraggio non contrario e addirittura a tratti persino ossequioso dell'antico blasone torinista. Il tutto infiocchettato dalla cosa più preziosa: la classifica che, grazie al ko del Perugia e ai pari di Genoa ed Empoli, torna a sorridere con un buon 3° posto a 3 lunghezze dal 2°, aspettando lo scontro diretto Genoa-Empoli di domenica prossima. Nessun dubbio, a doni estratti e gustati: è stata di gran lunga la domenica più felice del 2004 torinista. Il Catanzaro (un punto e 3 soli gol in 8 trasferte) ha fatto davvero poco per provare a guastarla, a cominciare dall'atteggiamento prudentissimo scelto da Cagni, partito con un 4-5-1 che aveva quale unico "ariete" il tascabile ex Benny Carbone, modificato poi in 4-4-2 a inizio ripresa con l'innesto di Cammarata, mossa vanificata però dall'accelerazione granata che ha chiuso il match. Di suo, comunque, il Toro ne ha messa di roba. Il cuore e il cervello chiesti alla vigilia da Ezio Rossi, più la fortuna tornata a baciare la sponda granata in occasione del gol che al 22' ha sbloccato il match, quando un tiro sbagliato dall'inesauribile Mudingayi ha trovato prima una gamba di Dal Canto e poi quella di Alfieri per la deviazione che ha beffato Manitta. Non era una partita facile, soprattutto dal punto di vista psicologico, dopo le delusioni interne patite contro Venezia e Modena e la povera prestazione di Arezzo. Pur senza brillantezza e continuità, e lasciando nel 1° tempo qualche spazio di troppo alle manovre di rimessa calabresi condotte prevalentemente sulla destra dall'agile Arcadio, il Toro ha tenuto in pugno la gara fin dal 1'. Si è guadagnato 5 punizioni sulla trequarti nei primi 17' (con Pinga più ispirato del solito nelle battute), ha smarcato in area 5 uomini diversi (Mantovani al 5', Marazzina all'11', Pinga al 14', Quagliarella al 20' e De Ascentis al 29') senza però mai trovare il bersaglio, centrato al 34' da Quagliarella in fuorigioco sulla correzione del diagonale di Marazzina. Lavorato ai fianchi e nettamente inferiore per qualità e dinamismo, il Catanzaro è poi inevitabilmente crollato nella ripresa, dopo due conclusioni iniziali senza pretese dell'appena entrato Cammarata. Il Toro avrebbe potuto chiudere il conto già al 6', "mani" sfuggito all'arbitro Romeo e rilevato dal guardalinee Fornasin), ma sul rigore Manitta è stato molto più bravo di Pinga. Il brasiliano, poi, per farsi perdonare ha recapitato un pallone d'oro a Comotto (testa in tuffo a lato di poco al 10'), si è visto respingere da Dal Canto un tiro a colpo sicuro al 13' e al 21' ha finalmente segnato di rabbia, capitalizzando un guizzo di Marazzina. Partita finita, di fatto. Ma ancora qualcosa d'interessante da appuntare. Come il rigore (primo in carriera) realizzato da Marazzina, spietato nel toglierlo a Quagliarella che se lo era procurato, provocandone l'incavolatura e l'autoesilio sull'out destro fino al 93'. Come le sostituzioni dei tre diffidati Codrea, Balzaretti e De Ascentis, per non rischiare di non averli domenica a Trieste. Come le scintille in extremis tra Bonomi e Mudingayi, costate al sempre più convincente moro granata l'ennesimo stupido "giallo", unica macchiolina di una domenica di fine anno che il Toro non osava nemmeno immaginare così comoda e gioiosa. |
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