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Delle Alpi |
06/03/2005 |
h.15.00 |
TORINO - SALERNITANA 0-0 Torino: Berti, Comotto, Peccarisi, Mantiovani (al 64' Pesaresi), Balzaretti, Conticchio (al 76' Marinelli), Codrea, De Ascentis, Pinga, Bruno (all'84' Maniero), Marazzina. A disposizione: Sorrentino, Giacchetta, Vailatti, Quagliarella. All.: Rossi. Salernitana: Ambrosio, Polenghi, Lanzaro, Orfei, Molinaro, Brellier (al 51' Galasso), Longo, Shala, Palladino (al 66' Ferrarese), Bombardini, Rubino (all'88' Fresi). A disposizione: Botticella, De Angelis, Terni, Zaniolo. All.: Gregucci. Arbitro: Squillace di Catanzaro. Reti: - Spettatori: 7.748 di cui 2.008 paganti e 5.740 abbonati. Note: Ammoniti Peccarisi, De Ascentis (che diffidato salterà Cesena), Comotto, Bombardini e Polenghi. Angoli 5-5, recupero 0' pt, 3' st, in tribuna l'osservatore del Genoa Padovano. Infortunio muscolare per Mantovani. Cronaca [Tratto da La Stampa del 7 marzo 2005] E' la legge del gol, l'unica che conta nel calcio. L'Empoli si sblocca all'improvviso, in un sol colpo ne trova tanti (5) quanti ne aveva fatti nei sei turni precedenti e si riprende il secondo posto in beata solitudine. Il Toro resta ancora a secco (quinta volta nelle 8 giornate del ritorno) e scivola in terza posizione, accompagnato ancora dai fischi del Delle Alpi e dalla consapevolezza che, giocando come ha fatto ieri contro la Salernitana, la promozione resterà un sogno. In questi tempi di magra, ai granata era rimasta una sola certezza: in un modo o nell'altro, in casa riuscivano sempre a vincere. Ieri hanno perso pure quella: il quinto 0-0 della stagione peggiora la classifica e aumenta le perplessità sul Toro di fine inverno, sterile sotto porta, povero di ritmo e di idee e persino di sana rabbia agonistica. E' piaciuta di più la Salernitana, ben messa in campo da Gregucci e resa sempre pericolosa dai colpi di Bombardini, il migliore in campo, netto vincitore del duello-qualità con Pinga. Al quinto risultato utile consecutivo, i campani che da due campionati non subiscono un gol dal Toro, si sono difesi con ordine e nei rari momenti di difficoltà hanno sempre trovato prontissimo Ambrosio, ex compagno di Marazzina nel Chievo, portiere reduce dalla parentesi inglese al Chelsea. Mai, però, hanno rinunciato a offendere. Anzi, con palleggio e linearità decisamente più efficaci rispetto ai rossiani, hanno sfruttato le fasce per portare minacce mai diventate letali a causa dell'inconsistenza di Rubino, del ruolo più defilato di Palladino e della buona guardia dei centrali di casa. Il Toro, invece, è stato a lungo incolore e insapore come quello dell'inguardabile ripresa di Piacenza. Centrocampo poco o nulla propositivo, con Codrea ancora una volta privo di iniziativa; Pinga troppo presto anonimo dopo due lampi iniziali; corsie esterne ignorate; Bruno e Marazzina, coppia d'attacco alla seconda uscita dal 1', che si trattavano da perfetti sconosciuti. Il tutto condotto a passo sonnacchioso, senza accelerazioni, senza la carica che dovrebbe avere chi si sta giocando la serie A e ha qualche fresco peccato da farsi perdonare. Un po' meglio la ripresa. Anche perché peggio sarebbe stato decisamente difficile. Qualche insidia nata dai piazzati di Pinga e due buone opportunità sprecate da Marazzina. Ma mai la sensazione della partita presa in mano, del forcing gagliardo, della Salernitana in difficoltà. Nemmeno quando, minuto 31, Rossi ci ha provato con le due punte supportate dal doppio fantasista (Pinga affiancato a destra da Marinelli). Basti dire che Ambrosio ha compiuto la parata più difficile su un tentativo di autogol di Lanzaro (colpo di testa all'indietro al 35') e che gli ospiti hanno comunque creato due pericoli veri al 16' (Balzaretti sbroglia in corner un'incursione di Bombardini) e al 32' (Galasso solo davanti a Berti alza la mira). Ancora poco Toro, dunque. L'ennesima domenica complicata (per fortuna l'ultima, in questo campionato, al Dell Alpi), con poche soluzioni a disposizione per risolverla. Non prendere gol non basta più. Urge ritrovare il filo del gioco e poi, probabilmente, igranata torneranno anche a segnare. Impresa non agevole se si valutano i nomi dei tanti, troppi insufficienti eccellenti di ieri: da Codrea a Pinga, da Marazzina a Bruno, da Comotto a Balzaretti. Anche contro la Salernitana, comunque, qualche pallone da provare a spingere dentro il Toro lo ha avuto. Ma, nonostante le esercitazioni settimanali al tiro, la botta vincente non è mai arrivata. Dopo lo spavento iniziale confezionato da Lanzaro (correzione alta al 5' da due passi, sugli sviluppi di un comer). Conticchio ha clamorosamente bucato un assist di Pinga all'8' e al 17' Marazzina si è visto deviare in corner da Ambrosio un bel diagonale in corsa, trovato su lancio del brasiliano. Poi, nella ripresa, le due fiammate a metà del bomber che si è inceppato: al 9' l'incornata respinta da Ambrosio e il successivo tap-in poco convinto e facile prede del portiere; al 37' il sinistro tenero che conclude male l'unica intesa del tandem Pinga Marinelli. Inevitabili i fischi finali della gente delusa dal suo Toro. Da dividere anche con Squillace, l'arbitro ideale per una partita così modesta. Il fischietto calabrese ha gestito in modo sconcertante i cartellini: ben più fallosi, i campani sono stati ammoniti solo per proteste. E il tennista più da giallo, Codrea, è stato incredibilmente perdonato in due circostanze. Poi, la chicca finale: la punizione dal limite per il Toro fatta battere all'ultimo secondo, con l'avamposto della barriera salernitana allegramente arrivato a tre metri dal pallone dopo 40'' di proteste e vane schermaglie per far rispettare la distanza. |
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