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Delle Alpi |
22/10/2005 |
h.16.00 |
TORINO - PIACENZA 2-1 (2-1) Torino: Taibi, Martinelli, Brevi, Doudou (al 56' Orfei), Balestri, Rosina (al 70' Vailatti), Edusei, Longo, Music, Muzzi (al 37' De Sousa), Fantini. A disposizione: Pagotto, Ungari, Campo, Bongiovanni. All.: De Biasi. Piacenza: Aldegani, Sardo, Campagnaro, Olivi, Bocchetti, Padalino (all'82' Abate), Riccio, Moscardi, Stella (al 56' Stamilla), Ganci, Cacia (al 71' Margiotta). A disposizione: Cassano, Radice, Miglionico, Piccolo. All.: Iachini. Arbitro: Mazzoleni di Bergamo. Reti: Rosina 4' rig. (T), Muzzi 12' (T), Ganci 24' (P). Spettatori: 23.060 di cui 19.252 abbonati e 3.808 paganti per un incasso complessivo di 194.995 euro Note: Espulso Campagnaro al 63' per comportamento irriguardoso nei confronti dell'arbitro. Ammoniti Riccio, Longo, Ganci, Campagnaro, Margiotta, Martinelli e Brevi. Angoli 7-3 per il Torino, recupero 2' pt, 4' st. Cronaca [Tratto da La Stampa del 23 ottobre 2005] Lo 0-1 con il Piacenza fu nello scorso torneo la beffa più clamorosa subita dal Toro. Tirarono 30 volte in porta, i rossiani. E segnarono un gol non visto da Tagliavento, che sorvolò pure su due episodi come minimo dubbi in area emiliana. Poi, a metà ripresa, dopo un palo di Comotto, i granata fecero harakiri aprendo la strada del contropiede vincente a Pepe. Un anno dopo, contro lo stesso rivale, il Toro ha rischiato la beffa-bis: poteva e doveva stravincere e invece al 93' è stato sul punto di incassare il 2-2. Ancora trema, la traversa sotto la Maratona, centrata da una punizione di Margiotta. E Taibi, il portiere volato invano su quel bolide, è ancora lì che ringrazia il suo santo protettore perché il pallone rimbalzato sul legno l'ha colpito sulla schiena ma solo di striscio. Altrimenti, sarebbe finito in porta. E il Toro starebbe recriminando sul suo 4° pari di fila, il primo con gol, il più ingiusto di tutti. Niente beffa piacentina, invece. Questa volta sarebbe stato autolesionismo puro, per i granata a lungo padroni del campo ma con la mira sballata, già avanti 2-0 dopo 12' e con un uomo in più dal 19' st per l'espulsione dell'isterico argentino Campagnaro. Soffrendo nel finale come impone il più puro stile Toro (ecco una cosa che non è cambiata nel passaggio da Cimminelli a Cairo), sono però arrivati tre punti pesanti che fruttano il 2° posto solitario alla vigilia della visita alla capolista Mantova e che interrompono bruscamente un trend che cominciava a preoccupare, tra infortunati eccellenti (ieri in tribuna Stellone, Ardito e Nicola), pareggi senza reti e torti arbitrali. In un sol colpo, contro l'ex bestia nera Piacenza il Toro ha collezionato il primo rigore e la prima espulsione a favore, è tornato a vincere e a segnare su azione, ha capito che ci può essere vita anche senza Stellone. Tanta roba. Sufficiente a far dimenticare il gol incassato da Ganci, che ha stoppato a 474' la serie-record granata d'imbattibilità iniziale casalinga, e pure il rigore non concesso a Rosina al 41' sul 2-1, persino più netto di quello fischiato già al 3' da Mazzoleni a Sardo che, alzando il gomito destro, ha intercettato in area un sinistro di Balestri scagliato da pochi metri. Episodi a parte, è comunque un successo che ci sta, eccome. Il Toro rimaneggiato lo ha costruito giocando finalmente come va fatto senza Stellone, senza un ariete vero. Basta con i lanci alti e lunghi. Palla a terra, manovre veloci e avvolgenti. E, tanto per cominciare, aggressività e pressing duro sul portatore di palla avversario. Così, sfruttando la giornata felice di Rosina, la voglia di sacrificarsi di Muzzi (ormai una costante) e di Fantini (un desaparecido, dopo qualche prova opaca), e la presenza costante in interdizione di Edusei e Longo, il Toro ha sfoderato un avvio sontuoso, annichilendo il Piacenza che pure veniva da 5 risultati utili. Subito il rigore, trasformato con eleganza da Rosina. Poi, a ruota, il raddoppio di Muzzi (assist di Longo) con pregevole difesa del pallone, destro rabbioso, nessuna esultanza e un pensiero tenero alla moglie che ha passato una notte d'inferno. E ancora, tiri di Music e Edusei, spunti di Martinelli, slalom di Rosina. Per la gioia di una Maratona in sollucchero. Fino al 24' quando, al primo tentativo, il Piacenza ha fatto 2-1 con Ganci, bravo a incornare un cross da destra di Padalino, approfittando della dormita dei centrali e della mancata uscita di Taibi. Qualche minuto di gelo, in campo e sugli spalti, e poi è ricominciata la produzione granata. Di gioco e occasioni, anche senza l'acciaccato leoncino Muzzi, rimpiazzato dal timido De Sousa. Il rigore negato (Bocchetti su Rosina al 41') e, nella ripresa, il destro di Fantini ben smarcato da De Sousa e deviato da Campagnaro all'8', la clamorosa mangiata di Music al 30', quella non meno grave di De Sousa al 39'. Tanto sciupìo, troppo. Così, tra i fischi di paura anti Piacenza della sua gente, il Toro ha finito per rischiare il pari-beffa. Prima (43') due rinvii sciagurati in area di Orfei e Brevi addosso a rivali in agguato, poi (45') un folle passaggio indietro di Longo da centrocampo con Taibi costretto a chiudere di piede su Ganci, infine la traversa di Margiotta del 48'. Lieto, il fine. Un altro segno che, forse, qualcosa è davvero cambiato, quest'anno. |
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