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Delle Alpi
07/01/2006
h.16.00
TORINO - PESCARA 1-1 (1-1)
Torino
: Taibi, Nicola, Brevi, Melara, Balestri, Rosina (al 72' Ferrarese), Gallo, Longo, Fantini, De Sousa (all'82' Gentile), Vryzas. A disposizione: Pagotto, Orfei, Doudou, Edusei, Music. All.: De Biasi.
Pescara: Avramov, Zoppetti, Gonnella, Delli Carri, Pesaresi, Speranza (all'85' Paolucci), Tognozzi, Jadid (al 65' Vigna), Bonfiglio (al 75' Matteini), Croce, Cammarata. A disposizione: Tardioli, Pomante, Aquilanti, Carrozza. All.: Sarri.
Arbitro: Gabriele di Frosinone.
Reti: Jadid 17' (P), Melara 28' (T).
Spettatori: 25.251 di cui 19.256 abbonati e 5.995 paganti per un incasso complessivo di 221.386 €.
Note: Ammoniti Brevi per proteste, Longo, Tognozzi, Croce, Nicola, Jadid e Speranza per gioco falloso. Longo e Jadid, diffidati e ammoniti, saranno squalificati. Recupero 2' pt, 4' st. Presenti sugli spalti circa 200 tifosi del Pescara, in Maratona si segnalano i ritorni degli striscioni dei club organizzati più alcuni striscioni relativi agli arresti dopo i fatti di agosto.
Cronaca
[Tratto da La Repubblica dell' 8 gennaio 2006]
Non ci sono alibi di sorta: il Torino ha giocato piuttosto male, i nuovi acquisti non hanno fatto la differenza, le idee dei ragazzi di Gianni De Biasi si sono spente quasi subito nella pochezza e nella confusione. Il risultato della partita con il Pescara, un 1-1 miserello assai (gol di Jadid e di Melara), dunque non fa una grinza che sia una. Perché lo spettacolo andato in scena allo stadio delle Alpi, per l'avvio del girone di ritorno del campionato di B, è stato brutto e noioso. E l'emozione più grande (si fa dire) l'ha forse offerta l'incendio di un magazzino dietro la Curva Maratona, poco prima dell'inizio dell'incontro. Ma pure il fuoco e il fumo sono durati un frammento di tempo, così come la lucidità e il temperamento della squadra granata. Nonostante tutto, però, il Toro rimane al terzo posto di una classifica che, in attesa del posticipo Mantova-Modena, vede ora il tosto Catania in testa al gruppo. Lo spirito bellicoso della formazione guidata da mister Gianni, che fa esordire tre dei quattro rinforzi spuntati sul mercato di gennaio (Melara, Gallo e Vryzas), si condensa e si riassume in scarse righe. Comincia bene, poi si affloscia. Già al 17' gli abruzzesi, abili soprattutto nei veloci contropiedi e nel lavoro in mediana, fanno capire che il match non sarà un pranzo di gala per i nostri eroi. Punizione di Jadid, palla rasoterra e lenta. Taibi, che se l'aspettava alla sua destra, rimane fermo e secco quanto uno stoccafisso e guarda sorpreso il pallone entrare in porta. Due minuti dopo, è ancora Jadid a seminare il panico, tuttavia sbaglia e il Toro ringrazia qualche santo in paradiso o giù di lì. La reazione è sterile e legnosa. Soltanto Balestri non molla mai, De Sousa cerca di combattere e Vryzas ci prova di testa, ma senza successo. I due esterni, Fantini e Rosina, invece non combinano assolutamente nulla, il resto del centrocampo annaspa e mette in difficoltà la propria difesa. Comunque al 27', in seguito a una mischia, arriva il pareggio: è l'ex livornese Melara a buttarla dentro. Quindi cala un sipario anticipato di tedio. Ci si attende un Toro furioso nella ripresa, quantomeno maggiormente grintoso, è una pia illusione. Sprecato il gol del vantaggio, al 5', con De Sousa, che spara fuori da una invidiabile posizione, la squadra di De Biasi sa solo alternare momenti di letargo a qualche effimera fiammata. Palle giocabili, gli attaccanti, ne hanno pochissime. Vryzas tenta ancora di testa, cicca una girata dopo uno spunto di Nicola, in seguito si adegua al grande sonno dei compagni. L'ingresso di Ferrarese, al posto di un Rosina pasticcione oltremodo, migliora le cose, ma è troppo tardi e fa troppo freddo per riaccendere qualcosa che non sia un fuoco fatuo. Non succede più nulla, praticamente. La gara allora si archivia da sola, dato che i granata denunciano ormai gambe più che molli e latitanza di aggressività. Il ricordo degli assenti (Ardito, Muzzi e Stellone) diventa perciò un rimpianto sincero. Presumibilmente De Biasi avrà parecchio da dire ai suoi nello spogliatoio, non con voce melodiosa. E magari rifletterà, egli medesimo, sull'impiego delle tre nuove pedine, ancora digiune di Toro, tutte in una volta.